A Milano sono almeno in 12mila a soffrire di Alzheimer
Secondo le stime rese note dal Comune i milanesi malati di Alzheimer di età superiore ai 65 anni sono 12mila. Un calcolo fatto sulla base dei farmaci specifici venduti e i dati delle diagnosi provenienti
Secondo le stime rese note dal Comune i milanesi malati di Alzheimer di età superiore ai 65 anni sono 12mila. Un calcolo fatto sulla base dei farmaci specifici venduti e i dati delle diagnosi provenienti dai centri di cura. Da un punto di vista statistico significa che ci sono a Milano 3,6 casi di Alzheimer ogni 100 persone. Numeri però che sono fatalmente per difetto, poiché non tengono conto delle persone la cui malattia non è stata diagnosticata, dei familiari che non si sono rivolti alle strutture sanitarie o di coloro che soffrono di forme miste di demenza senile. Ma aldilà di numeri e statistiche sempre difficili da valutare, una cosa è certa: l’incidenza sociale di questa malattia è molto più forte e va ben oltre il dato medico-sanitario. Per ogni persona che soffre di Alzheimer infatti, c’è almeno una famiglia coinvolta, che deve confrontarsi con una malattia incurabile, che cambia la personalità della persona cara e lascia completamente spaesati chi gli sta vicino, provocando angoscia e un senso di impotenza. I caregiver familiari, ovvero coloro che danno assistenza continuativa, hanno la vita di tutti i giorni rivoluzionata e anche quando hanno le possibilità economica per assumere una badante, molto spesso gli equilibri e le relazioni sociali cambiamo radicalmente. È facile supporre che, in questo quadro, il dato statistico prodotto dal Comune, se si tiene conto delle persone che sono direttamente o indirettamente coinvolte da questa malattia, come minimo raddoppia.
La Carta dei diritti
Per fare fronte a questa emergenza sociale il Comune sin dal 2012 ha costituito un “Tavolo cittadino per l’Alzheimer”, in cui le associazioni dei familiari dei malati si confrontano con Palazzo Marino per il potenziamento e ampliamento dei servizi. In occasione del convegno del 21 settembre scorso, dal significativo titolo: “La persona con decadimento cognitivo, tra scienza etica e diritti”, organizzato dall’Assessorato alle Politiche sociali e Cultura della Salute del Comune, è stata presentata la “Carta dei diritti alla salute della persona con decadimento cognitivo” che stabilisce un principio importante: il malato di Alzheimer ha innanzitutto il diritto a una vita dignitosa, a non rimanere solo, ad avere al suo fianco persone che lo tutelino. All’articolo 1 (Diritto alla socialità) si legge che “Il primo passo per la tutela della salute psico-fisica è la lotta all’isolamento sociale: il benessere di una persona deriva anche dalle sue interazioni sociali. Allo stesso modo, anche i caregiver hanno diritto a una vita relazionale il più normale possibile”. E all’articolo 4 (Diritto all’ascolto e partecipazione), si legge: “La persona con decadimento cognitivo ha diritto ad esercitare la propria autonomia residua. Le difficoltà di comunicazione non devono giustificare l’assenza di attenzione ai desideri e alle volontà del malato”.
I servizi comunali
Le risorse economiche messe a disposizione dall’Amministrazione (150mila euro nel 2016) sono impiegate per consentire agli enti del privato sociale che collaborano con il Comune di fornire diversi servizi. È stato attivato il numero verde gratuito 800.679.679 (dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 17.30), per informare i cittadini e indirizzarli ai servizi già esistenti; sono stati creati nove Alzheimer Café dove si svolgono attività ludico-ricreative e di sostegno ai familiari e centri di intervento non farmacologici anch’essi distribuiti nelle nove zone (con attività di pet-therapy, attività motoria, musicoterapia, laboratori espressivi). Confermate anche questo anno le attività dei centri di incontro e il loro coordinamento secondo il modello dei meeting center olandesi, che vedono impiegati psicologi, psicomotricisti, educatori, terapisti occupazionali e della riabilitazione, con la partecipazione degli stessi familiari. Tra i progetti finanziati sono contemplate anche attività di formazione per familiari e assistenti familiari svolte in sedi decentrate nei nove municipi. Particolare attenzione è stata riservata in questi anni ai Centri di Psicologia per l’Anziano e per l’Alzheimer (Cpaa) dove sono offerti aiuto e accompagnamento per i malati, i loro familiari e chi si prende cura di loro. Nel 2015 nei centri sono state effettuate più di 1.500 prestazioni e nei centri è possibile partecipare a incontri, anche individuali, di informazione e orientamento alla rete dei servizi, di educazione alla cura nei casi di decadimento cognitivo, di sostegno psicologico nelle situazioni più complesse dal punto di vista relazionale ed emotivo.
Dove rivolgersi
Nel sud Milano i centri (Cpaa) si trovano nelle seguenti sedi:
Municipio 4, via dei Cinquecento 19, Rsa Casa per Coniugi;
Municipio 5, via Spaventa 19, Centro Polifunzionale “Il Posto delle Fragole”;
Municipio 6, via di Rudinì 3, Rsa Famagosta.
Gli Alzheimer Cafè e i centri per gli interventi non farmacologici, con attività seguite dalle diverse associazioni, si svolgono nelle seguenti sedi:
Municipio 4, Rsa Gerosa Brichetto, in via Mecenate 96;
Municipio 5, presso il Laboratorio di terapia occupazionale in via Spaventa 19 (interventi non farmacologici);
Municipio 6, Piccolo principe cooperativa sociale, in via Rimini 29.
Il comune lancia il bonus badante
Da settembre coloro che assumeranno un’assistente familiare dalla lista del personale referenziato e formato dello Sportello badante del Comune, potranno usufruire di un bonus annuale fino a 1.500 euro. Per accedere al contributo, modulato in base al reddito, il richiedente deve avere un Isee inferiore a 20mila euro.
Federica De Melis
(Novembre 2016)