Milano Casa Mia. Mostra fotografica di Mohammad Karimi
Lo sguardo dei rifugiati sulla città che li ha accolti: Milano!Biblioteca Chiesa Rossa, via San Domenico Savio 3 Milano 23 ottobre – 9 novembre Inaugurazione venerdì 25 ottobre, ore 18.30Come si presenta agli occhi e alla mente
Lo sguardo dei rifugiati sulla città che li ha accolti: Milano!
Biblioteca Chiesa Rossa, via San Domenico Savio 3 Milano
23 ottobre – 9 novembre
Inaugurazione venerdì 25 ottobre, ore 18.30
Come si presenta agli occhi e alla mente dei rifugiati la città di Milano?
Come vedono e percepiscono la città che li ha accolti?
Quali sono i loro sentimenti e le loro emozioni nella Milano in cui ora vivono?
Alcune risposte si possono trovare nel progetto fotografico Milano Casa Mia di Mohammad Karimi, rifugiato afgano, mediatore culturale e fotografo freelance, realizzato con la partecipazione di alcuni rifugiati del centro di accoglienza di via Corelli (chiuso in attesa d’essere riconvertito in Cpr, Centro di permanenza per il rimpatrio) al laboratorio formativo di fotografia. Ne è uscito un racconto per immagini dello stesso Mohammad Karimi e dei richiedenti asilo che sono andati alla scoperta della città per raccontare, attraverso i loro scatti fotografici, impressioni e pensieri di coloro che hanno dovuto abbandonare la loro Casa e ora provano a sentirsi a Casa nella città che li ospita. Milano Casa Mia è un intreccio di storie che portano i visitatori a una maggiore sensibilizzazione verso la vita sociale dei rifugiati e verso i temi dell’accoglienza, del rispetto dei diritti umani, della convivenza multiculturale e dell’attenzione verso l’altro.
«Tutta la storia dell’umanità è stata caratterizzata dall’esigenza dei popoli di migrare, di lasciare il proprio paese d’origine per cercare una vita migliore o semplicemente per mettersi in salvo. Ma essere straniero in uno Stato non è mai facile, sia per il carico emotivo che il migrante porta con sé sia per l’ambiente nuovo e sconosciuto in cui si ritrova a dover ricominciare. Una terra straniera nella quale proietta il proprio futuro, ma che mostra tutta la sua debolezza a dare risposte concrete. La speranza iniziale di ricominciare e finalmente riscattare la propria identità, lascia via via spazio alla solitudine e alla rassegnazione. Lo sguardo, sempre rivolto a ciò che si è lasciato alle proprie spalle e a ciò verso cui si vorrebbe andare. La propria identità fatica a trovare riconoscimento in una società così diversa dalla propria, e per questo considerata più promettente, ma che presto si rivela in tutta la sua complessità e chiusura. La sensazione di essere costantemente in bilico tra una terra nella quale non è possibile far ritorno, e una terra nella quale si resta “ospiti” e chiede il conto di quello che concede».
(Mohammad Karimi, Profughi a Spazio Tadini, 1 maggio 2019)
Evento della mostra presso Biblioteca Chiesa Rossa: Milano Casa Mia. Mostra fotografica di Mohammad Karimi