Missione compiuta. Dopo 36 ore di viaggio, la carovana umanitaria di MilanoSospesa ha consegnato 150 quintali di beni in Ucraina
Un ponte umanitario di solidarietà: tre tir e 11 furgoni caricati all'inverosimile con i beni di prima necessità grazie alla generosità straripante di migliaia di persone, italiane e ucraine. È questa la carovana umanitaria organizzata
Un ponte umanitario di solidarietà: tre tir e 11 furgoni caricati all’inverosimile con i beni di prima necessità grazie alla generosità straripante di migliaia di persone, italiane e ucraine. È questa la carovana umanitaria organizzata da Milano Sospesa che, alla guida dell’arcivescovo della Chiesa Metropolia Ortodossa di Aquileia, Avondios Mica, è partita venerdì scorso dal piazzale dell’autotrasportatore Capozi e che, dopo oltre 37 ore di viaggio attraverso il corridoio verde aperto tra Slovenia, Ungheria, Romania, è giunta domenica mattina oltre il confine con l’Ucraina, a Cernvici, città invasa da centinaia di migliaia di profughi in fuga da una catastrofe umanitaria.
Gli aiuti – viveri e quanto essenziale per la vita – sono stati scaricati in parte a Siret sul confine tra Romania e Ucraina, e parte oltre il confine, direttamente a Cernvici. Beni, di cui si è fatta garante la rete della chiesa ortodossa, e che saranno ridistribuiti alla popolazione nelle zone di guerra.
Ieri sera, lunedì 7 marzo, i mezzi sono tornati a Milano portando con sé alcuni profughi che saranno ospitati da parenti in Italia. Lasciando purtroppo indietro centinaia di persone disperate, soprattutto donne e bambini, in fuga dalle bombe dell’oligarca Putin.
Caricamento dei tir e dei furgoni
Chi scrive ha assistito alle ultime fasi di caricamento delle quasi 150 tonnellate di beni di prima necessità, raccolti in pochi giorni da centinaia di volontari organizzati da Milano Sospesa, che li avevano selezionati, catalogati e suddivisi in centinaia di scatoloni con cui hanno stipato all’inverosimile la sera precedente due tir, presso la Chiesa SS Giacomo e Giovanni, di via Meda 50, punto principale di raccolta, e presso la Chiesa ortodossa San Nicola al Lazzaretto.
All’ora prestabilita, le 14, è stato necessario rimandare la partenza di due ore per caricare un terzo tir fatto arrivare nel piazzale dell’autotrasportatore Capozi, l’imprenditore che ha messo a disposizione i tir e la sua organizzazione, con i pacchi arrivati da altre associazioni e gruppi spontanei che avevano aderito all’azione promossa e organizzata da Milano Sospesa: MI’mpegno, la Protezione civile di Segrate, i Comuni di Segrate e Peschiera, la Chiesa Evangelica, i volontari di Cleanbusters!!! dei comuni di Pieve Emanuele, Assago, Basiglio, Opera e Siziano.
Caricare un tir non è un’impresa semplice: ho visto scatoloni, ammassati a terra sul piazzale, passare di mano in mano, di braccia in braccia, per finire dentro le enormi fauci di un tir vuoto. Decine di volontari operavano uno accanto all’altro con una lena da leoni, in piena sinergia e armonia, come si frequentassero da anni; eppure si conoscevano da meno di quattro giorni lavorando quasi 24 ore al giorno. Aiutati e diretti dagli autisti, hanno più volte scaricato e ricaricato con pazienza gli scatoloni per sistemarli nel migliore dei modi per sfruttare tutto lo spazio disponibile dei tir e dei furgoni.
Ultimi controlli
Nel frattempo Cristina Sappa, organizzatrice di MilanoSospesa, ricontrollava tutti i documenti, mentre gli autisti dei tir verificavano la sicurezza di tutti i mezzi: a causa del cattivo stato delle strade nei paesi che avrebbero percorso e a causa della neve hanno fatto effettuare il cambio gomme ad alcuni furgoni, altri li hanno fatti alleggerire trasbordando un po’ di materiale sul tir ancora aperto.
Partenza della carovana
E così, finalmente alle 16, saliti gli autisti e gli accompagnatori sui loro mezzi, accesi i motori, incolonnati uno dietro l’altro con alla testa il furgone della Protezione civile con il vescovo Avondios a fare da guida, la carovana umanitaria è partita tra lo strombazzare dei clacson e i saluti di chi rimaneva, lasciando il piazzale nel silenzio e quasi vuoto. Solo pochi scatoloni qui e là rimasti a terra in attesa delle prossime spedizioni.
Il reportage del viaggio, “Odissea della pace“, come l’ha battezzata l’arcivescovo Avondios, è stato trasmesso in tempo reale da Saro Capozzoli, un volontario italiano che vive a Shanghai e che ha organizzato una rete di associazioni dei piccoli comuni della cintura di Milano. Per capire la realtà occorre metterci le mani e la testa. Il reportage è una testimonianza incredibile sia dell’umanità che soffre sia della umanità che sa essere generosa. Da non perdere anche il racconto dell’arcivescovo Avondios.
Organizzatori e associazioni volontarie
• Milano Sospesa, gruppo spontaneo promosso e coordinato da Cristina Sappa e Paola… , email: milanosospesa@gmail.com Hanno organizzato 14 punti in tutta Milano per la raccolta dei beni di prima necessità.
• Metropolia Ortodossa di Aquileia, arcivescovo Avondios Bica. L’arcidiocesi (Via S. Gregorio, 5, Milano),ha creato un fronte comune di emergenza per aiutare e ospitare i rifugiati. Email : segreteria@metropoliamilano.com
• Chiesa SS Giacomo e Giovanni, via Meda 50, don Igor Krupa, sacerdote di origini ucraine. Punto principale di raccolta, letteralmente sommerso dalle donazioni e dalla generosità dei cittadini. Cell 329 2068749.
• Comitato MI’MPEGNO “insieme responsabili”, coordinato da Carmelo Ferraro, email: info@mimpegno.com
• Cleanbusters!!! gruppo spontaneo di cittadini per la salvaguardia dell’ambiente di Pieve Emanuele, Siziano, Locate, Rozzano, Basiglio e Opera.