No al nuovo Polo ospedaliero sull’area prevista del Ronchetto S/N, ma due nuove costruzioni accanto agli ospedali S. Paolo e S. Carlo

Lo scorso 3 febbraio, dopo l’incontro tra l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera e l’assessore comunale alle Politiche Sociali e abitative, Gabriele Rabaiotti, su un comunicato di Regione Lombardia, Gallera ha dichiarato: «Abbiamo presentato al

Lo scorso 3 febbraio, dopo l’incontro tra l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera e l’assessore comunale alle Politiche Sociali e abitative, Gabriele Rabaiotti, su un comunicato di Regione Lombardia, Gallera ha dichiarato: «Abbiamo presentato al Comune di Milano le linee d’azione per la realizzazione dell’ospedale dei Santi Paolo e Carlo, chiedendo un ulteriore sforzo per individuare e indicare una nuova area con una collocazione intermedia fra i due presidi. In alternativa, i cantieri per le nuove costruzioni partiranno accanto alle strutture esistenti». Ha poi aggiunto: «Le attuali strutture hanno più di 50 anni e non riescono a garantire i migliori servizi ai cittadini di Milano: esse infatti presentano modelli edilizi ormai superati a sviluppo verticale che limitano fortemente lo svolgimento di prestazioni multidisciplinari e di eccellenza, a scapito dell’accessibilità e della funzionalità per i pazienti, del lavoro dei professionisti e degli operatori. Le recenti normative impongono inoltre importanti interventi di adeguamento».

Dunque, scartata l’area del Ronchetto S/N indicata due anni fa dal Comune di Milano, che per la Regione risulterebbe inadeguata per dimensioni (quest’affermazione è una novità), inquinata e quindi da bonificare (risaputo da anni), troppo vicina ai Navigli (la tutela ambientale non permetterebbe di costruire un nuovo ospedale vicino al Naviglio, ma l’area non è proprio sul Naviglio bensì dietro le case del quartiere Tre Castelli). L’assessore Gallera ha informato di aver chiesto al Comune «una nuova ricognizione meticolosa e dettagliata per individuare soluzioni alternative che garantissero la possibilità di raggiungere gli obiettivi che ci siamo preposti».

E poi in modo ultimativo «Qualora non ci fossero altre aree comunali adeguate per ampiezza, caratteristiche e collocazione abbiamo approfondito la possibilità di realizzare le due costruzioni accanto agli ospedali esistenti, qualificandoli in base alle attuali vocazioni cliniche e specialistiche: la parte per acuti nei pressi del monoblocco del San Carlo; tutte le attività ambulatoriali, i servizi territoriali e per la cronicità accanto al San Paolo per garantire una risposta ai bisogni che a oggi sono presenti sul territorio».

«L’incontro è stato proficuo e costruttivo. I tempi per assumere le decisioni necessarie saranno molto brevi  – e, in modo quasi ricattatorio, ha concluso Gallera – Entro un mese, il Comune di Milano rilascerà l’esito della ricognizione e, in base a quanto emergerà, procederemo in stretto raccordo ad attuare la migliore soluzione possibile».

Da notizie giornalistiche tutte da verificare, sarebbe stato deciso di utilizzare parte del budget per il nuovo ospedale (60 milioni stornati dai 90 previsti in origine per le ristrutturazioni dei due ospedali, più metà dei 700 milioni sempre statali ottenuti dalla Regione Lombardia nel 2019 per l’edilizia sanitaria) per costruire accanto al San Paolo una seconda struttura di circa 30mila metri quadrati, da destinare a ospedale territoriale. Spendendo i restanti 30 milioni negli ospedali esistenti finché non saranno pronti quelli nuovi.

Alcune domande sorgono spontanee

– Se una nuova struttura, un monoblocco per acuti, si aggiungesse a fianco dell’ospedale S. Carlo, sarebbe solo un ampliamento dell’esistente oppure il nuovo Polo pubblico d’eccellenza previsto dalla Regione?

– Accanto all’attuale ospedale S. Paolo si dovrebbe aggiungere una struttura per tutte le attività ambulatoriali, i servizi territoriali e per la cronicità (che in buona parte già ci sono): vuol dire che sparirebbero il Pronto Soccorso (appena sistemato, vedi foto della inaugurazione), le sale chirurgiche e le camere operatorie, il cui rifacimento avrebbe dovuto iniziare a breve?

– I cittadini della Barona e del Sud – Ovest di Milano, che ora possono raggiungere il S. Paolo comodamente dalla fermata M2 Famagosta, dovrebbero percorrere circa 7 chilometri per raggiungere il S. Carlo a San Siro, dove c’è una fermata della linea M5 lilla che però va verso Nord?

 – All’inizio la Regione intendeva costruire un nuovo Polo ospedaliero e far abbattere i due ospedali motivando che ristrutturarli sarebbe costato molto di più che farne uno nuovo dove sintetizzare l’offerta dei servizi degli attuali ospedali. Ora comunque si dovrebbero mettere a norma e ristrutturare i due ospedali esistenti e costruire, nei 6 anni previsti, ben due nuove strutture con soli 440 milioni: mesi fa si parlava di 450 milioni solo per costruire il nuovo Polo. I conti non tornano. Si vuole forse fare un’operazione con taglio dei fondi, riduzione dei costi e un nuovo arretramento del servizio pubblico a favore del privato, come temono i sindacati?

Recensioni
1 COMMENTO
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    Bruno 7 Febbraio 2020

    A me la domanda che sorge spontanea è perché il Comune dopo due anni non è ancora in grado di indicare un’area adeguata per la richiesta della Regione.
    L’unica certezza è che la Regione vuole costruire un nuovo ospedale in sostituzione dei due vecchi, come ha fatto recentemente in tante altre città lombarde, e come visto in quelle realizzazioni, l’architettura ospedaliera oggi ha trovato soluzioni più efficienti completamente diverse, molto meno verticali e che hanno ben poco a che vedere con l’architettura dei due ospedali esistenti.

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