Non lasciamo soli il Parco Chiesa Rossa e il Ringhiera: Comune e Municipio facciano di più

Se è vero che la qualità della vita di un quartiere si misura dalla sua capacità di fare aggregazione e dai luoghi in cui questa può avvenire, i quartieri Stadera, Chiesa Rossa e Missaglia stanno rischiando grosso.Tra lo

Se è vero che la qualità della vita di un quartiere si misura dalla sua capacità di fare aggregazione e dai luoghi in cui questa può avvenire, i quartieri Stadera, Chiesa Rossa e Missaglia stanno rischiando grosso.

chiesa-rossa4Tra lo sgomento e l’incredulità degli abitanti e una sostanziale indifferenza delle istituzioni stanno per chiudere o hanno già chiuso il Teatro Ringhiera, con la sua storia decennale di teatro di periferia; la biblioteca Chiesa Rossa, tra le più frequentate della città, e il bar Micrò, un luogo d’incontro e divertimento aperto a tutti. Luoghi di aggregazione, distanti poche centinaia di metri l’uno dall’altro che, sia pure in maniera diversa, erano divenuti centro di gravità di moltissimi eventi per gli abitanti del Municipio 5 e non solo. Esempi concreti di ciò che si dovrebbe fare per riqualificare le periferie.

In questi giorni sono infatti partiti i lavori per la sistemazione della Biblioteca Chiesa Rossa, cuore dell’omonimo parco, che ogni giorno accoglieva decine di lettori e studenti di tutte le età e ospitava le iniziative delle associazioni della zona. Sempre in questi giorni il Micrò, piccolo bar e ristoro, anch’esso luogo di incontro e feste posizionato sotto un bel portico, a causa di tre furti subiti durante l’estate e di una sensazione di insicurezza denunciata dai lavoratori delle cooperative sociali che lo gestiscono, ha chiuso. Entrambi riapriranno a marzo, se non ci saranno ritardi nei lavori o altri impedimenti.

Più problematica la situazione del Teatro Ringhiera, il cui destino, a sei mesi dall’annuncio della chiusura “per lavori improcrastinabili sulla struttura” a causa del silenzio assordante delle istituzioni, in particolare del Comune, è ancora oscuro. Dall’assessorato ai Lavori pubblici voci ufficiose parlano di almeno due anni inattività. Nei giorni scorsi in commissione Cultura del Municipio 5, il presidente Bramati ha confermato questa ipotesi, senza andare nel dettaglio degli interventi, lasciando intendere che i tempi potrebbero protrarsi perché c’è «un grosso punto di domanda su quello che si troverà effettivamente nel corso dei lavori». Insomma si naviga a vista.

micròA onore di cronaca qualcosa in questi ultimi giorni si sta muovendo. Gruppi di cittadini via social network stanno provando a organizzarsi per far continuare a vivere quei luoghi. L’Impronta, cooperativa capocordata dei soggetti sociali che gestiscono il Micrò, promette di valutare con attenzione se rimanere chiusi fino a marzo. Considerato anche l’impegno preso nei confronti del Comune che gli ha affidato poco più di un anno fa lo spazio. Il Municipio 5 ha messo a disposizione dell’Atir i locali del Cam di via Boifava, che si trova nello stesso immobile del teatro, per consentire le prove e i laboratori teatrali. Ma non possiamo considerare tutto questo sufficiente.

Il rischio per questi due luoghi del nostro Municipio rimane ed è evidente. Se non si farà alla svelta nelle ristrutturazioni – o si proseguirà con la lena incredibilmente lenta dei lavori pubblici – e dall’altra non si farà di tutto con iniziative e feste per mantenere vivi e frequentati il parco e la piazza antistante il teatro, le presenze equivoche che già li frequentano, torneranno in massa ad abitare quegli spazi e il degrado avanzerà inesorabile. E allora vigili di quartiere o camionette di forze dell’ordine non saranno di certo sufficienti a riportare in vita quei luoghi.

L’impegno delle istituzioni, dei politici – di qualsiasi parte politica siano e in qualsiasi assemblea si trovino – e dei cittadini deve essere quello di non arrendersi al fatalismo, ai tempi e ai vincoli della burocrazia. Feste come quelle che verranno organizzate nei prossimi due fine settimana in piazza Fabio Chiesa di fronte al Ringhiera e al Parco Chiesa Rossa dovranno ripetersi. Il destino di questi due luoghi deve essere considerato prioritario a Palazzo Marino come in via Tibaldi: la posta in gioco è troppo alta.

Stefano Ferri
(20 settembre 2017)

Giornalista dello scorso millennio, appassionato di politica, cronaca locale e libri, rincorre l’attualità nella titanica impresa di darle un senso e farla conoscere, convinto che senza informazione non c’è democrazia, consapevole che, comunque, il senso alla vita sta quasi tutto nella continua rincorsa. Nonostante questo è il direttore “responsabile”.

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