“Non Una Di Meno”, sciopero globale contro la violenza di genere
“Se le nostre vite non valgono, allora ci fermiamo!”. È uno slogan denso di significato, frutto di mesi di incontri e riflessione dei movimenti femminili sparsi sul territorio nazionale. Che sono confluiti nella rete internazionale
“Se le nostre vite non valgono, allora ci fermiamo!”. È uno slogan denso di significato, frutto di mesi di incontri e riflessione dei movimenti femminili sparsi sul territorio nazionale. Che sono confluiti nella rete internazionale “Nonunadimeno”. La Rete promuove lo sciopero globale dell’otto marzo: è la prima volta nella storia che le donne di 40 paesi aderiscono insieme ad una iniziativa di così ampio respiro, segno che in tutto il mondo si sta facendo largo un inedito ciclo di lotte, il cui fulcro è il pensiero femminista in tutte le sue sfaccettature.
“Nella Giornata internazionale della donna – si legge nel comunicato − si interromperà ogni attività produttiva e riproduttiva, perché la violenza di genere in tutte le sue forme: oppressione, sfruttamento, sessismo, razzismo, omo e transfobia − non si combatte con l’inasprimento delle pene, ma con una profonda trasformazione culturale della società”. A Milano la preparazione delle iniziative dell’8 marzo ha visto la partecipazione di centinaia di donne di diverse generazioni e ha visto protagonisti collettivi, associazioni e sindacati impegnati insieme nella costruzione di una giornata internazionale, con l’obiettivo di dare voce a tutte le istanze presenti nel movimento: dalla solidarietà nei confronti delle migranti alla battaglia per una scuola che includa l’educazione delle differenze; dalla denuncia dell’obiezione di coscienza nelle strutture ospedaliere e private convenzionate ai problemi concreti legati alle carenze del welfare e delle politiche sociali, che fanno sì che il lavoro di cura, di figli e anziani, gravi quasi esclusivamente sulle spalle delle donne.
La Rete milanese ha distribuito un comunicato per spiegare il motivo dello sciopero. Ecco gli otto punti su cui hanno lavorato: “La risposta alla violenza è l’autonomia delle donne; Senza effettività dei diritti non c’è giustizia né libertà per le donne; Sui nostri corpi, sulla nostra salute e sul nostro piacere decidiamo noi; Se le nostre vite non valgono, scioperiamo!; Vogliamo essere libere di muoverci e di restare, contro ogni frontiera: Permesso, asilo, diritti, cittadinanza e ius soli; Vogliamo distruggere la cultura della violenza attraverso la formazione; Vogliamo fare spazio ai femminismi; Rifiutiamo i linguaggi sessisti e misogini”.
Hanno aderito Casa donne maltrattate, Libera Università delle donne, Casa delle donne, molti collettivi studenteschi e associazioni giovanili, numerose libere cittadine. I sindacati di base (Usi, Usb e Cobas…) hanno proclamato l’astensione per 24 ore. Mentre la Cgil si è detta solidale ma si “sfila” dallo sciopero generale, sostenendo che “Astenersi dal lavoro non è un atto simbolico”; sciopereranno comunque le insegnanti e le educatrici (Flc-Cgil) ma non le operaie della Fiom.
Ecco un elenco dei cortei dell’8 marzo:
ore 9.30- 13 Corteo studentesco e delle lavoratrici;
9-13 Sciopero della didattica;
12-14 Presidio contro l’obiezione di coscienza di struttura (davanti a Palazzo Lombardia, lato via Galvani);
15-17 mandala Nonunadimeno, performance di 100 artiste in galleria Vittorio Emanuele;
18-21 Corteo serale, concentramento al grattacielo Pirelli- p.za Duca d’Aosta e corteo fino a Porta Venezia.
Per maggiori informazioni: https://www.nonunadimenomilanoblog.wordpress.com/
Lea Miniutti
(Marzo 2016)