Nozze tra omosessuali: “Perché noi no?”

Ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio e della propria corrispondenza. Recita così l’articolo 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino. Ed è, anche,

Schermata 10-2456936 alle 18.24.49Ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio e della propria corrispondenza. Recita così l’articolo 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino. Ed è, anche, grazie a questo articolo che la Cas- sazione, circa due anni fa, ha depositato una sentenza in cui questo concetto viene ribadito, aggiungendo che le coppie same-sex hanno diritto a un “trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata”. Da allora qualche passo in avanti, pur nelle contraddizioni di un vuoto legislativo, è stato fatto, in particolare negli ultimi mesi. A Bologna il sindaco Virginio Merola, a settembre, ha dato il via libera alla trascrizione delle nozze tra omosessuali avvenute all’estero per esempio a New York, oppure in Francia, Danimarca, Norvegia, Spagna e tutti gli Stati che riconoscono il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Pochi giorni però è arrivato l’ennesimo stop. Il prefetto di Bologna ha revocato la decisione del Comune, ricevendo il plauso da parte del ministro degli Interni, Angelino Alfano, che ha detto: «il prefetto di Bologna ha eseguito correttamente la sua funzione e cioè il compito di garantire che l’operato del sindaco fosse in linea con le norme attuali. Spetta al Parlamento, individuare le giuste forme di garanzia e di riconoscimento per tali unioni». Il problema è che il Parlamento sul tema dei diritti civili da anni è bloccato .
Adesso sembra sia il momento di Milano. Ma non è ancora pronta. Da una parte l’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino, dice di essere d’accordo, pur trattandosi esclusivamente di un atto simbolico in attesa di un intervento del Parlamento. Dall’altro, il sindaco, Giuliano Pisapia, dichiara «ho letto le varie delibere delle altre città italiane ed esaminato quanto deciso dal tribunale di Grosseto: sto approfondendo il tema e ne discuterò con gli assessori competenti». Quindi, dopo averne fatto una battaglia durante la campagna elettorale e aver sfilato in diverse manifestazioni a fianco degli omosessuali, Pisapia, solo adesso, ha bisogno di tempo per valutare. Questo, in sintesi, il pensiero delle dodici coppie che in questi giorni si sono recati agli uffici dell’Anagrafe in via Larga chiedendo «Perché noi no?».
Secondo Rete Lenford, associazione di avvocatura per i diritti Lgtbi (Lesbiche, Gay, Trangender, Bisessuali, Intersessuali) la trascrizione non è semplicemente un atto simbolico in quanto, pur non potendosi considerare coniugate per la legge italiana, «rende noto a terzi che queste persone non sono nubili o celibi e che quindi un eventuale altro matrimonio sarebbe nullo, dall’altra consente il rilascio di un certificato di matrimonio avvenuto all’estero e quindi l’ottenimento dei diritti previsti dalle leggi dell’Unione Europea».
Il 22 settembre queste coppie hanno inviato una lettera-appello al Sindaco nella quale ripercorre quanto accaduto negli ultimi quattro mesi, che sostengono siano stati pieni di mezze frasi, silenzi e ipocrisie. La Giunta Pisapia avrà un mese di tempo per chiarire la sua posizione e rispondere alla domanda semplice ma stringente posta nella parte finale della lettera: “28 maggio 2011. Un arcobaleno attraversa piazza del Duomo e saluta l’avvento di un nuovo sindaco, con tutto il suo carico di speranze… Peccato doversi rendere conto che quell’arcobaleno non portava con sé il sereno, ma ancora altro buio. Perché gli altri sì, ma noi no?”. Nel frattempo, tutti dovremmo chiederci “Perché in Italia no?”.

Oreste Sorace

Elisa Paci, 24 anni, laureata in Comunicazione e Società (Scienze Politiche), blogger e fotografa, ha uno spirito internazionalista, che la porta a viaggare a Milano e nel mondo, in aiuto di chi non ce la fa, siano persone, interi popoli o piccole redazioni digitali. Per lei il reaggae è il massimo.

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