Paolo Scrofani: nei giardini di viale Cermenate una targa a ricordo dell’atto di eroismo del commissario di Porta Ticinese

Ieri mattina "Milano ha voluto ricordare il sacrificio e il coraggio di un uomo devoto alla nostra comunità". Lo ha detto il sindaco Beppe Sala partecipando insieme al Capo della Polizia Franco Gabrielli all'inaugurazione della

Ieri mattina “Milano ha voluto ricordare il sacrificio e il coraggio di un uomo devoto alla nostra comunità”. Lo ha detto il sindaco Beppe Sala partecipando insieme al Capo della Polizia Franco Gabrielli all’inaugurazione della targa intitolata a Paolo Scrofani, Primo Dirigente della Polizia di Stato, già Medaglia d’Oro al Valore Civile, posta nei giardini pubblici di viale Giovanni da Cermenate angolo via Pezzotti.
Paolo Scrofani, all’epoca dirigente del commissariato di Porta Ticinese, era intervenuto volontariamente il 28 giugno 2002 per tentare una mediazione con un uomo che si era barricato in casa per opporsi a uno sfratto esecutivo. Una trattativa difficile, come ricostruisce La Repubblica, in cui un vigile del fuoco, accorso per staccare il gas,  venne ferito con un’arma da fuoco dall’uomo, un pregiudicato, che si era barricato nel suo appartamento con  i rubinetti del gas aperti. Come riportano le carte conservate in Questura “la conversazione radio veniva captata anche dal vicequestore aggiunto Paolo Scrofani, dirigente del commissariato di Porta Ticinese, che recepita l’emergenza obbedendo a un innato senso del dovere dirottava di propria iniziativa l’auto di servizio”.

Paolo Scrofani, 40 anni, era un esperto “mediatore in situazioni di crisi“, professionalmente preparato a risolvere pacificamente col dialogo le situazioni più pericolose. Per questo motivo, era entrato nell’edificio al numero 64 di via Cermenate, appostandosi dinanzi alla porta chiusa dell’appartamento, ormai saturo di gas, per provare a risolvere con il dialogo la vicenda fattasi sempre più rischiosa. Purtroppo un’improvvisa esplosione lo investì in pieno scagliandogli addosso la porta insieme a calcinacci e vetri. Morì il giorno seguente per le profonde lesioni subite. Ai funerali in Sant’Ambrogio, presenti tantissimi cittadini, parteciparono il procuratore capo Francesco Saverio Borrelli e l’aggiunto Gerardo D’Ambrosio, il Comune con l’Ambrogino d’Oro, il presidente Carlo Azeglio Ciampi con la medaglia d’oro al valor civile.

Lo scorso lunedì 14 settembre, alla cerimonia ai giardinetti di via Cermenate, all’incrocio con via Pezzotti, proprio dinanzi all’edifico in cui l’esplosione lo uccise,  hanno partecipato anche il prefetto Renato Saccone, il questore Sergio Bracco, l’arcivescovo Mario Delpini e il presidente del Municipio 5, Alessandro Bramati. Piena di commozione la voce della moglie del commissario eroe, Emma Ivagnes, a sua volta dirigente di polizia e in alta uniforme, con accanto la figlia anche lei in polizia e il nipotino in carrozzina. 

 
 
 
 

Recensioni
NESSUN COMMENTO

SCRIVI UN COMMENTO