Parla Viola, infermiera della Rianimazione del San Paolo: «Sono giorni molto difficili, ma la solidarietà pazzesca che si è scatenata ci aiuta molto…»

Prima di chiudere la telefonata, Viola Clauss, infermiera del reparto Rianimazione dell’Ospedale San Paolo, da sempre abitante in Barona, tiene a dirci: «Stefano, un’ultima cosa, in questi giorni difficili si è scatenata una solidarietà pazzesca.

Prima di chiudere la telefonata, Viola Clauss, infermiera del reparto Rianimazione dell’Ospedale San Paolo, da sempre abitante in Barona, tiene a dirci: «Stefano, un’ultima cosa, in questi giorni difficili si è scatenata una solidarietà pazzesca. Amici, familiari o persone sconosciute che vogliono aiutare. Oltre alle donazioni, arrivano decine e decine di dimostrazioni di affetto: pietanze che ci permettono di mangiare qualcosa di buono al posto del solito panino, centinaia di massaggi, cartelloni di incoraggiamento, disegni di bambini, flash mob. Tutto questo è bellissimo e fondamentale, e ci dà una grandissima forza. E poi vedo grande attenzione e rigore nel seguire le regole dettate dal governo. Continuiamo così, che Covid 19 lo sconfiggiamo».

A questo punto il groppo in gola sale, ed è difficile mandarlo giù. Ma tutta l’intervista a Viola, per conoscere la situazione del nostro ospedale è quanto di più empatico possa accadere a un giornalista locale, sin dalle prime domande:

Quanti ricoverati avete?
«Il reparto di Rianimazione del San Paolo, da quando è scoppiata l’epidemia, è interamente dedicato ai malati di Covid 19. Abbiamo nove letti, a ieri (15 marzo – NdR) tutti occupati. Se ci fosse necessità di ricovero, il paziente dovrebbe andare in un altro ospedale».

Ospitate anche malati positivi ma non in terapia intensiva?
«Non abbiamo in ospedale reparti di terapia Sub intensiva e quando il paziente migliora, se necessita comunque di ventilazione in tracheotomia, viene trasferito in altre strutture. Altrimenti per il completamento della degenza viene trasferito in altri reparti del San Paolo, allestiti per l’emergenza Covid 19. I protocolli sanitari infatti prescrivono che i pazienti una volta usciti dalla Terapia intensiva facciano sempre un periodo di degenza in ospedale».

Mi conferma che l’età media dei pazienti è alta?
«Sì, è 65 anni, ma stiamo vedendo pazienti anche tra i 45 e 50 anni».

Che terapie attivate per i malati?
«Dallo scoppio dell’epidemia si sta cercando ogni settimana di migliorare il piano terapeutico. Accanto alla ventilazione, che è fondamentale, inizialmente tutti i pazienti venivano trattati con antiretrovirali, nel tempo si è capito che questa non è una terapia adatta a tutti, perché può provocare un affaticamento renale e del fegato. Somministriamo quindi principalmente terapie non specifiche per la cura dell’infezione, ma per sostenere e proteggere il paziente. Diamo supporti vitaminici in endovena e terapie antibiotiche, per difenderli da infezioni batteriche. Soprattutto però conta lo stato e la capacità di reazione all’infezione del paziente. E per questo dobbiamo aspettare».

Quanto tempo stanno in ospedale le persone?
La degenza di un paziente in terapia intensiva dura due settimane circa, perché si tratta di infezione molto lunga. E questo è molto pesante, anche emotivamente».

In che modo?
«La tensione emotiva è tanta. Diamo ai pazienti tecnicamente le migliori cure possibili, da un punto di vista medico, farmacologico e infermieristico, ma il problema è che ci troviamo in una situazione di attesa e aspettare la guarigione di un paziente in questa situazione di semi impotenza è disarmante. Questo ci sta sconvolgendo molto a tutti, non solo nei reparti di Rianimazione e di Pronto soccorso. Abbiamo anche avuto diversi decessi ed è una cosa straziante veder morire una persona senza alcun conforto delle persone a lui care. Anche per questo l’ospedale ha iniziato a fornire al personale sanitario che ne sente il bisogno assistenza psicologia clinica».

Ci sono stati casi di positività al Covid 19 anche tra il personale sanitario?
«Ci sono stati un paio di colleghi positivi all’interno del reparto Rianimazione. Uno ha avuto dei sintomi lievi, ed è stato in quarantena. L’altro è stato asintomatico. E poi ce ne sono stati altri in altri reparti».

Come combattete il rischio contagio?
«Per quanto le attenzioni siano massime, siamo molto esposti ed è sempre possibile ammalarsi, anche perché, e questo vale per tutti, è sempre possibile incontrare asintomatici o con il virus in incubazione. Io stessa faccio grande attenzione e quando esco dall’ospedale sono in autoisolamento: non vedo i miei genitori, i parenti e naturalmente gli amici da settimane. Tutto il personale sanitario una volta uscito dall’ospedale, usa le massime precauzioni, anche in casa propria».

Come reagiscono l’ospedale e il sistema sanitario a questa situazione?
«Da quando è iniziata l’emergenza, dalla direzione sanitaria alla caposala, tutti si danno da fare per assicurare i presidi sanitari. Certo è sempre più difficile, considerata la diffusione dell’epidemia e la conseguente richiesta altissima. Per adesso noi, della Rianimazione, abbiamo l’indispensabile, il che significa avere due cambi completi di presidi di protezione per turni di 8-10 ore. Quando siamo bardati non possiamo mangiare, bere, né andare ai servizi o anche solo grattarci il viso fino a che non andiamo in pausa. Quando accade ci cambiamo completamente, ci laviamo, per poi, terminata la pausa, che dura massimo mezz’ora, rientrare di nuovo completamente bardati fino a fine turno».

Cosa chiedete a chi sta fuori, come possiamo aiutarvi/ci?
«Rispettare le prescrizioni sanitarie. Mi sembra che la città stia reagendo nel modo giusto. È difficile per tutti stare lontano dagli altri e non essere liberi di muoversi, ma se non vogliamo creare nuovi malati e ricevere la migliore assistenza, bisogna stare a casa per non infettarsi e non infettare gli altri».

E poi sono arrivate le sue ultime parole, quelle del groppo in gola…

 

Per donazioni all’Ospedale San Paolo

Giornalista dello scorso millennio, appassionato di politica, cronaca locale e libri, rincorre l’attualità nella titanica impresa di darle un senso e farla conoscere, convinto che senza informazione non c’è democrazia, consapevole che, comunque, il senso alla vita sta quasi tutto nella continua rincorsa. Nonostante questo è il direttore “responsabile”.

Recensioni
15 COMMENTI
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    Giusi 17 Marzo 2020

    Viola sei una infermiera e soprattutto una persona meravigliosa!!!!!!!!!!!!!!
    Posso solo dirti grazie grazie e ancora grazie!!!!!!!!!!!! Un grande abbraccio!!!!!!
    Giusi

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      Viola 17 Marzo 2020

      Grazie mille zia il supporto è fondamentale! : ))

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    Miriam Anna Concetta Farina 17 Marzo 2020

    Viola, sei FANTASTICA!! E con te , tutto il personale sanitario !! Io avevo i miei genitori ricoverati al S PAOLO, (2018 e 2019) e ambedue le volte ho trovato medici e tutto il personale GENTILISSIMO, molto comprensivo e umano.
    Ora i miei genitori sono i miei angioletti e ci proteggono da lassù. Voi siete meravigliosi e continuate così!! Vi porterei anch’io qualcosa ma, pur essendo milanese, vivo in Sardegna …GRAZIE ANCORA!! MIRIAM FARINA

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      Viola 17 Marzo 2020

      Miriam grazie davvero! Mi spiace per i suoi genitori! sono contenta che tu abbia un ricordo positivo dello staff, dell’assistenza e delle cure ricevute! La Sardegna è meravigliosa, un posto a cui sono molto legata! Viola

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    Nicoletta 17 Marzo 2020

    Viola infermiera valida ,preparata con un gran cuore ? lontana ma vicina a te sempre e comunque!ce la faremo poche lacrime si appannano gli occhiali. Mostra il tuo splendido sorriso .pacella

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      Viola 17 Marzo 2020

      Amica mia, ci vorrebbero 1000 Pacella qui! Ti voglio bene : ))

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    Stefano 17 Marzo 2020

    Nell’ agosto del 2018 sono stato in rianimazione al San Paolo per 8 giorni a causa di una complicanza dopo un intervento chirurgico. Sono stati tutti fantastici, il massimo della professionalità e dell’umanità! Sono convinto che cureranno anche questo tremendo virus nel miglior modo possibile! Grazie ! Stefano

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      Viola 17 Marzo 2020

      Ciao Stefano! Grazie davvero per la tua gratitudine, è importante sapere di lasciare ricordi “positivi” durante il ricovero! Ce la faremo!!! Viola

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    Angelo D'Elia 17 Marzo 2020

    Ciao collega e collega di studio, bravissima e forte .
    Complimenti di tutto .

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      Viola 17 Marzo 2020

      Angelo ciao!!! Grazie e un abbraccio! : )

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    Nicla 17 Marzo 2020

    Ciao viola purtroppo mio suocero invece è’ deceduto venerdì pomeriggio al San Paolo… anche se sono sicurissima che avete fatto di tutto per salvarlo… vi ringraziamo molto per la delicatezza delle telefonate e per il vostro supporto a distanza… buon lavoro?

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    Michele 17 Marzo 2020

    grazie Viola..mi affaccio al balcone di casa mia vi vedo ..sento il via vai di ambulanze il mio sangue gela.farei di tutto per aiutarvi ma non so come.ho tanta paura!!!!

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    Antonio 18 Marzo 2020

    Medici ed infermieri siete semplicemente meravigliosi, non ci sono parole per ringraziarVi.
    Che Dio Vi assista ❤

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    Nathalie 18 Marzo 2020

    Grazie a tutti voi, personale sanitario e volontari, che, con sacrifici enormi, vi spendete in turni e situazioni massacranti… Vi pensiamo tanto, vi ammiriamo e vi consideriamo proprio degli angeli custodi! Che vi arrivi tutta la nostra energia ed il nostro incoraggiamento!!! Un abbraccio virtuale a tutti!

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    Sara Stefani 19 Marzo 2020

    Da fuori non è sempre facile capire quello che voi state facendo ogni giorno ,ogni ora in questa situazione terribilmente complessa..
    Vediamo e sentiamo esperienze come la tua e quella di tanti operatori in prima linea sfiniti, segnati ma tenaci nell’andare avanti.
    GRAZIE è l’unica piccola cosa che possiamo dirvi insieme all’impegno nel rispettare le regole per non fare
    aggravare la situazione, vostra e di tanta gente ancora.
    Insieme ai tuoi ti sosteniamo con affetto. Sara e famiglia Acierno

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