Una passeggiata nei colori dell’autunno
Rosso, giallo, arancio, marrone. La torrida estate che ci siamo lasciati alle spalle ha già spogliato, almeno parzialmente, parecchie piante, ma con l’autunno arriva comunque la stagione dei grandi colori. Anche in parchi e lungo
Rosso, giallo, arancio, marrone. La torrida estate che ci siamo lasciati alle spalle ha già spogliato, almeno parzialmente, parecchie piante, ma con l’autunno arriva comunque la stagione dei grandi colori. Anche in parchi e lungo viali di città, persino lungo i sentieri che (come la Via dei Terrazzamenti, 70 km da Morbeno a Tirano in Valtellina) attraversano i vigneti. Boschi e foreste sono però sempre i più suggestivi: sono anche una vera ricchezza in continua crescita, visto che ormai coprono circa un quarto della superficie dell’intera Lombardia. Così, in questa stagione, la passeggiata alla ricerca dei colori autunnali è un successo praticamente garantito: se la giornata è splendente di sole, bene. Altrimenti, anche meglio: perché, dicono gli esperti, una luce grigia fa risaltare di più le tinte forti, ovvero il rosso scuro di quercia e faggio; il giallo oro di larice, acero montano e betulla; il bronzo del pioppo, il rosso di pioppo tremolo, ciliegio, melo e pero.
Ogni pianta, a seconda del clima, del terreno, della luce e dell’altitudine, sfuma verso l’inverno con un suo proprio caleidoscopio, a mano a mano che, preparandosi all’inverno, riporta nelle radici diverse sostanze, tra cui la clorofilla. Escono così altri elementi, carotenoidi, antociani, xantofilla: sono l’arancio, il rosso, il giallo. Un’indicazione per una passeggiata a un paio d’ore da Milano (ma, ad esempio al sito dell’Ersaf, l’Ente regionale per i servizi Agricoltura e Foreste, si possono trovare tanti altri spunti) è la faggeta della Val Masino (So). Per raggiungerla, da Ardenno, in Valtellina, si prende la strada per la val Masino. Oltre le case di Filorera si sale e prima di arrivare ai Bagni di Masino in un bosco splendido, che in alcuni tratti ospita alberi monumentali di oltre 200 anni di età, in cui lo sviluppo arboreo viene lasciato libero di progredire senza interventi umani.
Laura Guardini
(ottobre 2017)