Pierfrancesco Maran: «Mi candido a presidente della Regione, perché dopo 30 anni di destra voglio offrire un’alternativa, coinvolgendo le migliori energie del nostro territorio»
Come tutto lasciava presagire oggi, nel foyer del Teatro Franco Parenti, Pierfrancesco Maran - 9.211 preferenze alle scorse elezioni comunali, una lunga esperienza di assessore con deleghe importanti con i sindaci Pisapia e Sala I
Come tutto lasciava presagire oggi, nel foyer del Teatro Franco Parenti, Pierfrancesco Maran – 9.211 preferenze alle scorse elezioni comunali, una lunga esperienza di assessore con deleghe importanti con i sindaci Pisapia e Sala I e II – ha lanciato la propria candidatura a presidente di Regione Lombardia, con lo slogan “La Grande impresa – Lombardia 2023”. Una candidatura che, secondo le intenzioni dell’assessore alla Casa del Comune di Milano, «rompe gli schemi della politica chiusa nelle stanze, fatta di accordi e tatticismi tra segreterie».
L’accelerazione impressa da Maran avrà effetti sia nel Centrosinistra, che da mesi non riesce a decidere come e con chi affrontare la sfida elettorale al Pirellone: «Il Pd è addormentato – ha affermato Maran – di solito dopo una sconfitta si apre un dibattito su come rilanciarci, ma è passato più di un mese e nessuna ha questa sensazione»; sia nel Centrodestra «che dopo 30 anni di governo vive di rendita, ha una classe politica decadente, contro ogni forma di innovazione, incapace di gestire non solo gli eventi straordinari, ma anche le attività ordinarie».
Quello che ci vuole, secondo Pierfrancesco Maran «Sono coraggio ed entusiasmo, perché se è vero che si voterà il 12 febbraio, mancano solo 92 giorni e bisogna muoversi per una sfida che si annuncia difficilissima, ma non impossibile. Per la prima volta si vota solo per Regione Lombardia e il Centrodestra è diviso: è per noi una grande opportunità. Centrale sarà la proposta politica e io voglio offrire un’alternativa politica e amministrativa ai 10 milioni di lombardi, coinvolgendo le migliori energie che sono già presenti nel nostro territorio. E se sarò presidente risponderò solo ai lombardi e non ad accordi politici, come il presidente Fontana che per sostituire la Moratti ha dovuto aspettare gli ordini da Roma».
Durante la conferenza stampa Maran ha anche chiarito come intende muoversi riguardo alleanze a primarie.
Primarie
«Non sono contro le primarie, ho iniziato a chiederle all’indomani del voto di settembre. La mia candidatura può piacere o no, ma è chiara e dice: partiamo questo week-end non lasciamo altro tempo a Moratti e Fontana. Se ci sono delle proposte alternative si palesino». E se si candidata Majorino? «Bene, da nessun candidato di ieri, se si candida Pierfrancesco saremo in due».
Coalizioni
«La colazione che mi sostiene deve essere più larga possibile, io però mi rivolgo a tutti i lombardi» ha specificato Maran, di fatto disegnando un perimetro politico molto simile a quello che fu della rivoluzione arancione di Pisapia, quando fu eletto sindaco nel 2011 a scapito proprio della Moratti, composta quindi da Pd e satelliti della sinistra e del mondo ambientalista, se aderiranno. No al Terzo polo – a meno che non abiuri la Moratti – e no ai 5Stelle, che «In Lombardia rappresentano la decrescita e alle nostre forze dico che i temi dell’ambiente, dell’uguaglianza e dei cambiamenti climatici possiamo rappresentarli noi, senza delegarli, perché questi temi siamo noi. Stessa cosa sulla legalità, che non lasciamo a nessuno, lo rappresentiamo noi. Io – ha concluso Maran – sono una persona incorruttibile, così come lo sono tutti i nostri sindaci e amministratori».
Terzo Polo e candidatura Moratti
Pur apprezzando il coraggio e la trasparenza del gesto della Moratti, non la considera una candidata che possa rappresentare una vera discontinuità con il Centrodestra, ma soprattutto «Gli elettori del Centrosinistra non accettano questa candidatura e non credo neanche che esista un qualunque argomento per un elettore del Terzo Polo per non votarmi, penso che molti di loro si sentirebbero a disagio a scegliere tra l’ex vicepresidente di Centrodestra, Letizia Moratti, e il sottoscritto, che rappresenta molto meglio quell’idea di innovazione per cui si sono affacciati in politica».
Modello Pisapia
Pierfrancesco Maran ha fatto preciso riferimento, nello stile, nei modi e nei contenuti, all’esperienza della Rivoluzione arancione, che dopo anni portò il Centrosinistra a Palazzo Marino. «L’altro ieri Giuliano Pisapia ha detto che è tempo di una nuova generazione. La mia candidatura rappresenta esattamente questo e va nella direzione di un reale rinnovamento». La conclusione della conferenza è stato un appello e un programma allo stesso tempo: «Il cambiamento sprigiona entusiasmo, genera fiducia ed energie straordinarie. Guardate Milano come è cambiate in questi undici anni, anche la Lombardia può farlo, possiamo farlo insieme».
Chi c’era
Foyer del Parenti gremito, con molti giornalisti e diversi politici, misura indiretta del gradimento della candidatura di Maran. In prima fila si sono visti Emanuele Fiano ex onorevole, Filippo Del Corno ex assessore, l’on Lia Quartapelle e Mattia Cugini, assessore del Municipio 5 e coordinatore Pd del municipio 5. Distribuiti tra le fila, in capannelli e all’ingresso del teatro gli assessori del Comune Conte, Tancredi, Anna Scavuzzo, Gaia Romani e Martina Riva, l’ex assessora Cristina Tajani, i consiglieri comunali Filippo Barberis, Federico Bottelli, Luca Costamagna, Marco Mazzei, Angelica Vasile, il consigliere regionale Pietro Bussolati, i presidenti Santo Minniti (Municipio 6) e Mattia Abdu (Municipio 1), Carlo Cerami, Simone Dragone, Luca Gibillini e Davide Corritore. All’ingresso del teatro si è palesata, unica forse non milanese, la deputata Paola De Micheli, candidata in pectore alla segreteria del Pd.
Gianluca Brescia 12 Novembre 2022
Ora la sfida sarà Fontana e Maran. La Moratto la vedo al terzo posto.