PII Monti Sabini, il bando del Comune va a vuoto, il futuro dell’area torna in bilico

Delusione in quartiere e Municipio 5 per lo stop al PII Monti Sabini, comparto A, l’unico delle sette aree cittadine del bando Reinventing city, che non ha trovato operatori privati disposti a intervenire, facendosi carico

Delusione in quartiere e Municipio 5 per lo stop al PII Monti Sabini, comparto A, l’unico delle sette aree cittadine del bando Reinventing city, che non ha trovato operatori privati disposti a intervenire, facendosi carico di rigenerare l’area, secondo criteri di “cura ambientali e urbana, nel rispetto dei principi di sostenibilità e resilienza”, contenuti nella gara internazionale.

Per le altre aree – piazzale Loreto, il nodo di interscambio Bovisa, lo scalo ferroviario di Lambrate, il parcheggio di Crescenzago, l’area dell’ex Macello e le Palazzine Liberty di viale Molise – nei prossimi mesi il Comune selezionerà i progetti che hanno partecipato al bando, fino ad arrivare all’assegnazione. Mentre per PII Monti Sabini bisognerà “cercare soluzioni alternative” ha affermato l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran, per scongiurare il rischio che il tempo passi e che questa area del Vigentino, dove stanno intervenendo Fondazione Housing sociale in via Antegnati e gli operatori privati che sui comparti B e C, sempre del PII Monti Sabini, cada nel degrado, fermando un processo di rigenerazione urbana, che, pur tra mille difficoltà e ritardi, faceva ben sperare. Il rischio è che, senza le opere previste a carico dell’operatore privato, tra le quali c’erano una scuola e un centro sportivo, il nuovo quartiere assuma le caratteristiche del classico quartiere dormitorio.

Saputo del bando deserto il presidente di Municipio 5 Alessandro Bramati ha scritto su Facebook, di aver chiesto all’assessore Maran un incontro urgente per “subito capire come sia possibile portare a termine un percorso tanto atteso e che non deve fermarsi” ed evitare che l’area venga abbandonata a se stessa.

Da parte del Municipio c’è la disponibilità a ripensare tutto il bando, ha fatto sapere Bramati «anche rivedendolo al di fuori dei limiti imposti da Reinventing city, per rendere l’offerta abitativa più interessante per i privati. Così come – ha continuato il presidente Bramati – si possono ripensare il costo per l’acquisto dell’area, che è di 1 milione di euro, e le richieste di opere pubbliche, che è possibile ripensare per priorità. Dobbiamo assolutamente evitare che l’area rimanga senza progetti e il quartiere senza opere pubbliche».

Sulla stessa lunghezza d’onda, pur con accenti diversi, la vice presidente della commissione Urbanistica del Comune e abitante del Vigentino Natascia Tosoni «Ora bisogna fare presto, per ripensare il bando, per rendere appetibile l’area agli operatori privati, che evidentemente non hanno trovato conveniente intervenire alle condizioni che Comune e Municipio hanno indicato. Dobbiamo evitare che l’area ritorni a non avere futuro, con un lavoro coordinato tra Municipio e Comune.

Prima possibile ci si deve sedere intorno a un tavolo e cercare nuove soluzioni, attraverso una rimodulazione di tutti gli aspetti del bando, non ultimo delle richieste avanzate dal Municipio all’operatore con una delibera stile “lenzuolata” che conteneva insieme a cose fondamentali, come la realizzazione di una scuola, anche interventi meno pertinenti, seppur legittimi, che potevano benissimo rientrare in altri capitoli».

Giornalista dello scorso millennio, appassionato di politica, cronaca locale e libri, rincorre l’attualità nella titanica impresa di darle un senso e farla conoscere, convinto che senza informazione non c’è democrazia, consapevole che, comunque, il senso alla vita sta quasi tutto nella continua rincorsa. Nonostante questo è il direttore “responsabile”.

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