Porta Genova, termina il bel restyling “tattico” ma i problemi rimangono: eccone quattro da affrontare

Il rimodernato piazzale di Porta Genova è stato… rimodernato di nuovo. Negli ultimi giorni di settembre le bande bianche e blu che attraversano lo spiazzo – enormi strisce pedonali – sono state rinfrescate. I vasi

Il rimodernato piazzale di Porta Genova è stato… rimodernato di nuovo. Negli ultimi giorni di settembre le bande bianche e blu che attraversano lo spiazzo – enormi strisce pedonali – sono state rinfrescate. I vasi delle piante tinteggiati. Le piante stesse cambiate e aumentate.

Una manciata di piccole novità che ricalcano il restyling della primavera 2019, quando il progetto Piazze Aperte aveva invaso – pacificamente, piacevolmente – porta Genova di panchine per riposare, rastrelliere per biciclette, piante per il benessere di tutti: assaltatori dei mezzi pubblici, opportunisti del taxi, centometristi della scrivania, con anche l’allargamento dei marciapiedi in corrispondenza delle fermate dei mezzi pubblici.

Soprattutto, il progetto aveva cacciato le auto dal piazzale decretando almeno qui la fine della sosta vietata, in coraggiosa difesa dei pedoni. Un vestito nuovo da sfoggiare per l’allora imminente Fuorisalone – mentre quest’anno l’evento da accogliere è il Milano Design City –.Un atto di coraggio appunto, in una piazza dove fanno avanti e indietro treni e metropolitane, taxi e tram e tutte le tipologie di mobilità, privata e in sharing.

 

Tuttavia qualcosa potrebbe essere ulteriormente migliorato. Almeno a parlare con i tassisti, che il piazzale lo vivono da dentro. A sentire i bar e ristoranti, che la piazza la vedono di fronte. A chiacchierare in quella famosa pasticceria, che porta Genova la sente respirare da decenni.

1 – Accesso difficoltoso al parcheggio a pagamento

1Per le auto, l’accesso al parcheggio a pagamento è difficile. Prima del restyling una deviazione dal centro del piazzale conduceva fino alla sbarra d’ingresso. Su questo disimpegno si allungava la fila di veicoli in attesa di entrare. Oggi questa corsia è occupata dai taxi, e la fila di macchine deve perforza fermarsi sulla carreggiata bloccando il traffico privato e pubblico, tutti inclusi nell’ingorgo.

2 – Infopoint vandalizzato

Porta Genova necessita di un infopoint. Chi emerge dalla metropolitana, specie se turista e straniero, è costretto ad arrampicarsi su contorte conversazioni in inglese con i tranvieri anche solo per sapere da che parte voltarsi. L’alternativa è l’obbligo di decifrare i graffiti ridicoli che ornano la colonnina-informazioni all’inizio di via Casale, quella nascosta tra le macchine parcheggiate sulle strisce pedonali dell’area pedonale.

3 – Marciapiedi troppo larghi e poi ristretti ma…

I marciapiedi di via Valenza sono stati allargati in prossimità delle fermate Atm. Ottima idea. Probabilmente però sono stati allargati troppo, arrivando troppo vicino ai binari del tram. Quindi sono stati “tirati indietro”: spaccati della parte in eccesso e “allontanati” di nuovo dalle rotaie, restituendo alla strada una striscia di  spazio larga un paio di spanne e lunga qualche decina di metri( da entrambi i lati) poi asfaltata poco e male. Causa l’asfalto, i binari e le macchine, per bici e monopattini sono metri e momenti da brividi. Una soluzione potrebbe essere riservare alla mobilità lenta il marciapiede che dalla piazza costeggia il parcheggio fino al Naviglio. Da quel lato di via Valenza non ci sono abitazioni e nemmeno esercizi commerciali; si potrebbe tentare.

4 – Rider in assembramento perenne

I rider ignorano il divieto di assembramento. Nei mesi di lockdown, quando l’assembramento era stato vietato – come lo è ancora adesso – i ragazzi delle consegne a domicilio in bici arrivavano in treno a Porta Genova in tanti e lì si fermavano per fare un gruppo solo – lo fanno ancora adesso – senza mascherina, senza guanti, senza farsi problemi per litigare di notte (eventualmente per il posto sul pullman sostitutivo del treno) e rubacchiare di giorno (magari la sella della bici di un altro povero cristo). Qualche mese fa i servizi di Striscia la notizia – che in genere entra in campo quando in campo non entra nessuno, per paura o menefreghismo – hanno documentato bivacchi e spaccio, dentro e fuori dalla stazione. La Polizia ogni tanto passa, ogni tanto si ferma, e tutto va avanti sempre come al solito.

 

Milanese, giornalista e TV producer. Per lavoro vive a Los Angeles, tocca Cape Town e Tokyo, scopre angoli nascosti d’Italia e d’Europa. Per curiosità si perde nelle strade e tra le storie della sua amata città.

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