Posa della “Prima pianta” del Parco SeiMilano in zona Bisceglie: sarà grande 4 volte il Parco Ravizza

Ieri, 19 ottobre 2022, nell’area tra le vie Calchi Taeggi e Bisceglie, sono ufficialmente partiti i lavori di realizzazione del Parco SeiMilano. 160mila mq di verde pubblico (più di 4 volte il Parco Ravizza) a

Ieri, 19 ottobre 2022, nell’area tra le vie Calchi Taeggi e Bisceglie, sono ufficialmente partiti i lavori di realizzazione del Parco SeiMilano. 160mila mq di verde pubblico (più di 4 volte il Parco Ravizza) a ridosso nuovo quartiere mixed-use (residenziale, commerciale e direzionale) che vedrà la realizzazione di circa 1.200 residenze, in edilizia libera e convenzionata, 30.000 mq di uffici e circa 10.000 mq destinati alle attività commerciali. Attualmente nel cantiere di SeiMilano, che vede impegnati circa 300 operai e 20 grum oltre ai lavori per il parco e gli edifici residenziali, sono stati avviati i lavori del boulevard di collegamento e ultimate le strutture esterne del primo lotto residenziale e degli uffici, che saranno completati nel primo semestre del 2023.

«Con l’inizio ufficiale dei lavori per il Parco si chiude anche simbolicamente una vicenda lunghissima, che ha portato alla bonifica di un’area inquinata, dove sin dal Dopoguerra c’era una grande cava, con dentro un po’ di tutto – ha affermato Alessandro Maggioni, presidente di Ccl, la cooperativa che sta realizzando nel nuovo quartiere gli alloggi in edilizia convenzionata -. Un tassello importante di un percorso di rigenerazione, che accanto alle costruzioni, su un’area della medesima estensione, vedrà la nascita di un parco con le caratteristiche tipiche della pianura lombarda, in continuità con il Parco Sud Milano».

Per il progetto del polmone verde di SeiMilano, lo studio Michel Desvigne paysagiste (Mdp) si è ispirato alla rete agricola della Pianura Padana, trasponendone all’interno del Parco la tipica trama geometrica e ricomponendo gli elementi identitari del paesaggio rurale in un susseguirsi di corsi d’acqua, rogge, filari alberati, orti e frutteti urbani, insieme a piante ad elevato assorbimento di CO2. Oltre a 4.100 arbusti e 116.000 mq di tappeti erbosi, il Parco ospiterà 2.300 alberi ad alto fusto, appartenenti a specie presenti in Lombardia: querce, tigli, noci, frassini, ciliegi, gelsi, magnolie, scelti per la loro capacità di adattamento all’ambiente urbano e per la loro resistenza alle malattie tipiche del territorio.

La disposizione del Parco favorirà il microclima dell’area grazie al filtraggio dei venti provenienti da sud-ovest, mentre un impianto di irrigazione intelligente consentirà, tramite un sistema di accumulo delle acque piovane, di ridurre al minimo le risorse idriche utilizzate.

Pensato per integrarsi con la vita del quartiere e dei suoi abitanti e per favorire le attività all’aperto e a stretto contatto con la natura, il Parco ospiterà piste ciclabili, una zona di 15.000 mq destinata alla pratica sportiva e un’area cani di 3.000 mq, mentre i bambini avranno a disposizione 4.300 mq di spazi per i giochi e sarà previsto anche un asilo e scuola materna. Sono invece già iniziati i lavori di realizzazione di un Centro di Aggregazione Multifunzionale (CAM), destinato in parte ai servizi sociali del Comune ed in parte a funzioni collettive, che sarà terminato nella prima metà del 2023.

Il Parco, il cui costo è di 250mila euro, sarà non recintato e aperto al pubblico 24 ore su 24, 7 giorni su 7. la fine dei lavori è prevista entro la fine del 2024; già la prossima primavera, tuttavia, sarà concluso e messo a disposizione dei cittadini un primo lotto, mentre entro l’estate sarà completata la porzione oltre l’Olona.

Erano presenti alla “posa della prima pianta” dei lavori l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, il presidente del Municipio 6 Santo Minniti, l’architetto Enrico Ferraris, di Michel Desvigne paysagiste, Giulio Arnoldi, amministratore Unico di Hw style  e Regina De Albertis, consigliere delegato Borio Mangiarotti

Giornalista dello scorso millennio, appassionato di politica, cronaca locale e libri, rincorre l’attualità nella titanica impresa di darle un senso e farla conoscere, convinto che senza informazione non c’è democrazia, consapevole che, comunque, il senso alla vita sta quasi tutto nella continua rincorsa. Nonostante questo è il direttore “responsabile”.

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