Quando i conflitti per il cibo e per l’acqua provocano le guerre
Un Manifesto e un libro di Vandana Shiva, la scienziata ambientalista indiana conosciuta in tutto il mondo per le sue battaglie ecologiste. Shiva è arrivata a Expo per inaugurare il Parco della biodiversità e ha
Un Manifesto e un libro di Vandana Shiva, la scienziata ambientalista indiana conosciuta in tutto il mondo per le sue battaglie ecologiste. Shiva è arrivata a Expo per inaugurare il Parco della biodiversità e ha presentato “Terra Viva” un manifesto-appello per chiedere di porre fine alla devastazione del Pianeta. Terra Viva è il risultato di confronti e di contributi di un gruppo di lavoro composto da esperti provenienti da diverse discipline e Paesi.
Emerge tra le pagine che i conflitti per il cibo e per l’acqua, per l’accaparramento delle terre da coltivare, che la fame, la disoccupazione e la crescita delle disuguaglianze, s’intrecciano con violenza, criminalità e traffici d’ogni genere e aprono la via alle guerre.
Visitando Expo, Vandana Shiva si è detta delusa per la presenza dei padiglioni CocaCola e Mc-Donald, partner dell’Esposizione, e la promozione di prodotti delle multinazionali in forte contrasto con il messaggio “Nutrire il Pianeta. Energia per la vita” che caratterizza l’Esposizione. “Le corporazioni sono a Expo per nutrire se stesse non il Pianeta”, s’indigna Shiva – e continua – è sconfortante sapere che tanti pensino che l’esposizione mondiale sia l’occasione per fare consumare più cibo”.
Nel Manifesto si sottolinea che c’è poca attenzione alla fame nel mondo, e che la soluzione non è aumentare la produzione di cibo, ma l’equa distribuzione delle terre da coltivare, restituendole ai contadini e alle donne, a cui sono state espropriate con metodi poco civili, e con il consenso dei governi locali, terre scippate, scrive Shiva, appunto dalle multinazionali. La battaglia da farsi è sui consumi e sullo sperpero, e mettere fine allo sfruttamento del Terzo Mondo.
Coerente coi suoi principi, cioè dare valore alle piccole realtà di lavoro, Vandana Shiva ha escluso le grandi librerie e ne ha invece scelto una indipendente, La libreria delle donne di Milano, per presentare il suo nuovo libro “Chi nutrirà il mondo?”, perché – ha aggiunto – qui si respira democrazia, indispensabile per il dialogo e la riflessione.
Questo volume – scrive l’ecologista – è un distillato di trent’anni di studi e di iniziative, ma anche un appello al cambiamento globale. Chi nutrirà il mondo di oggi e di domani? “Non saranno i grandi brand del settore agroalimentare – risponde – sarà la miriade di progetti socialmente, economicamente, ecologicamente sostenibili. Saranno le risorse di un’agricoltura libera dalla gabbia delle monocolture e restituita all’equilibrio della natura e della biodiversità”.
Nel Manifesto e nel libro c’è materiale sufficiente, e spiegazioni ben articolate per capire che l’attuale produzione di alimenti basterebbe a sfamare tutti gli abitanti del Pianeta, a patto che si cambino i sistemi di coltivazioni distruttivi dell’ecosistema e dannosi per la salute dei consumatori. Ridare le terre ai piccoli coltivatori, togliere potere alle corporazioni, ai gruppi bancari, alle lobby che realizzano grandi profitti e condizionano i mercati globali. Come dire che chi gode di sufficiente cibo non pensa affatto a chi ha fame. Con il risultato che di malnutrizione si muore in ogni caso: nei paesi poveri per mancanza di cibo, nei paesi ricchi per eccesso di cibo, non sempre sano e non sempre in linea con la buona e corretta alimentazione.
Terra Viva è disponibile su www.navdanyainternational.it
Lea Miniutti
Vandana Shiva
Chi nutrirà il mondo? Manifesto per il cibo del terzo millennio
Traduzione di Gianni Pannofino
Feltrinelli, pp207, euro 16
(Ottobre 2015)