QuBì, tutti insieme per contrastare la povertà dei minori
“QuBì” – acronimo di Quanto Basta –, è il grande progetto partito nel 2018 e promosso da Fondazione Cariplo, con il sostegno di Fondazione Vismara, Intesa Sanpaolo, Fondazione Invernizzi e Fondazione Fiera Milano, e in
“QuBì” – acronimo di Quanto Basta –, è il grande progetto partito nel 2018 e promosso da Fondazione Cariplo, con il sostegno di Fondazione Vismara, Intesa Sanpaolo, Fondazione Invernizzi e Fondazione Fiera Milano, e in collaborazione con il Comune di Milano. L’obiettivo è combattere le privazioni alimentari, sanitarie ed educative degli oltre 20mila bambini che a Milano vivono in povertà e non hanno neanche l’essenziale. Allo scopo sono stati raccolti 25 milioni di euro per il triennio 2018 – 2020, anche tra semplici donatori privati.
Molti gli interventi messi campo. Assieme a quelli rivolti a tutta la città, come i due hub di raccolta e distribuzione di cibo in via degli Umiliati e Borsieri, la campagna per le cure dentali, gli Empori della solidarietà a Barona, Lambrate e Niguarda, l’iniziativa il Carrello sospeso e di housing sociale. E infine QuBì “Al Bando le Povertà!”, l’iniziativa per andare direttamente nei quartieri, per intercettare il disagio, soprattutto quello che sfugge ai servizi sociali.
Per centrare questo obiettivo QuBì ha lanciato una vera sfida alla ricchissima rete di volontariato e istituzioni milanesi che operano nel sociale. “Se vi mettete insieme per contrastare la povertà infantile, elaborando progetti che arrivano diritti laddove c’è più bisogno – è stata la scommessa – noi vi sosteniamo, con risorse economiche, tecnologiche e professionali”. E la città ha risposto, alla grande. Da questo appello sono nate 23 “ricette QuBì”, destinate a 25 quartieri.
Le ricette del sud Milano
Sin dai primi mesi del 2019 le cinque ricette attivate a Lorenteggio-Giambellino, alla Barona, a Stadera, Gratosoglio e Corvetto-Lodi si sono messe in moto, coinvolgendo oltre 100 tra associazioni, cooperative, social street, scuole, parrocchie, realtà sportive. Sostenute in questo dai servizi sociali del Comune e dai Municipi 4, 5 e 6 che, attraverso i rispettivi tavoli sociali e i coordinamenti esistenti, hanno agevolato la progettazione e il primo coordinamento.Migliaia le persone, genitori e bambini coinvolti. Molti di questi seguiti e accompagnati con un’analisi della situazione familiare e un intervento a 360 gradi.
L’idea di fondo è stata quella del presidente Guzzetti: non è concepibile che in una città come Milano, ricca di risorse e opportunità, ci siano bambini che rimangono ai margini. E allora oltre ai corsi per il doposcuola e alle feste, sono state pagate le rette per lo sport e le gite dei bambini, che altrimenti sarebbero state negate. «Abbiamo sostenuto corsi di calcio, basket, volley, karate e addirittura sport acquatici alla Canottieri Milano, con anche un seguitissimo corso di tuffi. Opportunità di cui i bambini non avrebbero altrimenti goduto, e le società hanno partecipato con entusiasmo», ci spiega Michela Bellodi di QuBì Barona. «Non solo garantire diritti di base è il nostro scopo, ma anche offrire ai bambini occasioni speciali, che le famiglie in difficoltà tagliano per prime. Ora organizzando una gita di un giorno a Venezia: sarà una festa per tutti», aggiunge Simona Michelazzi, di QuBì Stadera.
Assieme alle “ricette” per il benessere dei bambini sono iniziate anche quelle destinate ai genitori. Sono partiti corsi di educazione finanziaria, alimentare e sanitaria, così come quelli per le neo mamme e le lezioni di Italiano. «Non possiamo garantire il lavoro o la casa, ma con l’orientamento ai servizi – ha aggiunto Michela Bellodi – abbiamo organizzato con un professionista di Afol e un gruppo di volontari di Manager Italia di alto profilo, un servizio di accompagnamento alla ricerca del lavoro, per persone che da poco lo hanno perso». «Per l’accesso ai beni di prima necessità indirizziamo alle botteghe solidali delle parrocchie e – ci rivela Elena Roveda di QuBì Gratosoglio – e con il budget di comunità acquistiamo tessere “a consumo” che distribuiamo alle mamme dei bambini più piccoli in difficoltà».
Simona Michelazzi ci illustra invece un nuovo servizio pronto a partire: «Abbiamo aperto un canale con Recup, un’associazione importante che recupera il fresco in buono stato nei mercati comunali all’aperto, per distribuirli anche attraverso le Botteghe solidali del nostro quartiere».
Ma accanto agli interventi specifici, da Lorenteggio a Corvetto, da Barona a Gratosoglio passando per Stadera, il coro che si è levato dai partecipanti alle ricette è unanime. C’è grande soddisfazione per quanto fatto, per l’aiuto dato alle persone per quello che si sta progettando nei prossimi 10 mesi. Ma in più c’è la consapevolezza di poter lasciare ai quartieri un’eredità importante, che consiste in un metodo di lavoro che sfrutta al meglio le potenzialità del territorio, ben riassunto dalle parole di Michela Billo, di QuBì Lodi Corvetto: «Con Qu.Bì è partita una collaborazione tra volontari, terzo settore, scuole e associazioni che ha consentito di iniziare a lavorare in modo differente, che prende le mosse dalle esigenze delle famiglie e dei bambini in difficoltà che si incontrano nei vari progetti, per dare risposte che non si limitano alla competenza delle singole realtà. Ma, una volta individuati i bisogni, in ragione della ricchezza e delle connessioni create nella rete, è anche in grado di indirizzare verso le risposte giuste».
Le coordinatrici dei QuBì
QuBì Lodi Corvetto, Michela Billo, coop La strada (nella foto prima da sinistra)
«Le risposte sono nate anche in base alle esigenze. L’estate scorsa è successo che diversi ragazzi non potevano iscriversi ai Centri estivi del comune perché avevano delle pendenze, allora abbiamo lanciato centro estivi, a cui hanno partecipato non solo con i soggetti di QuBì, ma anche altre associazioni. Una sinergia che ha portato anche ha intercettare fondi del Municipio 4. In questo modo abbiamo anche agganciato altre famiglie, che avevano problemi, che abbiamo affrontato con un’iniziativa che abbiano chiamato “Progetto mamme”».
QuBì Stadera, Simona Michelazzi, coop Zero5 (seconda da sinistra)
«Abbiamo intercettato moltissime persone, che generalmente non frequentano i servizi sociali o le parrocchie, che erano senza sostegno. Famiglie disarticolate, mononucleari, con lavori in nero, precari o sottopagati e siamo riusciti a aiutarli con azioni di sostegno al reddito, orientamento per usufruire dei servizi sociali e delle opportunità del territorio, formazione, oltre che azioni per i bambini, come doposcuola per i compiti, eventi ludici e pagamento quote per fare sport, gite scolastiche».
QuBì Barona, Michela Bellodi, coop la Cordata (terza da sinistra)
«Con QuBì abbiamo visto il quartiere veramente muoversi. Le istituzioni, il Municipio, servizi sanitari, le scuole, il terzo settore e tanti cittadini volontari, che si sono avvicinati spontaneamente per mettersi a disposizione. Si tratta di un patrimonio per il quartiere di 200 persone, tra cui molti studenti universitari, come il collegio di Milano come gli ospiti de la Cordata, che si sono resi disponibili».
QuBì Gratosoglio, Elena Roveda, Coop Lo Scrigno (ultima da sinistra)
«Spero che alla fine di questi due anni le famiglie entrate in contatto con QuBì capiscano che esiste una rete sociale, che ora è meglio organizzata e ricca di risorse, che può sostenerli. Devono imparare a sollecitare e a fidarsi, perché pezzettino dopo pezzettino possiamo dar loro “Quanto Basta” e insieme, provare a uscire dalle difficoltà. Le persone che abbiamo incontrato l’hanno apprezzato, e questo è quello che mi motiva tutti i giorni per alzarmi ogni mattina».
Per aiutare i bambini a vivere degnamente
Paola Pessina
Per aprire gli occhi di Milano sulla “fame” di oltre 20 mila dei bambini che la abitano, ci voleva la forza di un uomo che, tra i ricordi della propria infanzia contadina, non potesse cancellare quelli di una miseria che arrivava alla fame: parliamo di Giuseppe Guzzetti, che nell’ultima fase del suo lunghissimo mandato come Presidente di Fondazione Cariplo, due anni fa ha dettato il suo “no”. Non è tollerabile che nella Milano smart, “place to be” allo sguardo del mondo, siano invisibili migliaia di bambini che, certo, non hanno gli occhioni imploranti e le braccine scheletrite che ci afferrano alla gola nei reportage dai Paesi in guerra o in carestia, ma che non riescono di fatto ad avere l’essenziale, “quanto basta” – q.b. – per dirsi cittadini di Milano oggi. Non hanno un’alimentazione regolare e adatta a loro: mangiano a casa ciò che i genitori raccattano in qualche modo, senza poter scegliere, di qualità discutibile; non hanno prevenzione e cure mediche stabili: finiscono in pronto soccorso quando stanno male, prendono medicine ma solo se gratis e se ci si ricorda di somministrargliele; non curano i denti perché sarebbe un lusso, e li perdono prima degli altri o crescendo se li tengono guasti e disordinati; vanno a scuola un po’ così; giocano come ogni bambino, ma come capita, non guidati né valorizzati da adulti dedicati, non fanno sport perché non avrebbero l’attrezzatura e chi li accompagni; a teatro, al cinema, in vacanza, a imparare come si usa un pc o un paio di scarpette da danza nessuno può permettersi di mandarli e tento meno di portarli.
La perdita di queste opportunità da piccoli li priva definitivamente di chances anche quando diventano più grandi: da subito, partono con un distacco rispetto agli altri che sarà sempre più difficile colmare. Le loro famiglie a volte ce la mettono tutta per non rimanere indietro, a volte non hanno nemmeno la capacità di competere: in ogni caso, pur volendo loro tutto il bene che possono… non riescono di fatto a sostenerli “quanto basta”. E allora Fondazione Cariplo, assieme a tantissimi altri grandi e piccoli alleati nella grande città di Milano, sta costruendo pezzo per pezzo per loro un sogno grande, nel quale vorremmo abbracciarli tutti: è “QuBì”. Qui su Milanosud vi verrà raccontato, ma siamo sempre pronti a darvi ulteriori informazioni e dettagli, su questo progetto corale che sta davvero impegnandoci a fondo e raccoglie forza e adesioni a mano a mano che si espande. Siamo certi che vi catturerà e troverete modo di farne parte anche voi.
Paola Pessina, Vicepresidente Fondazione Cariplo – Milano