Quer pasticciaccio brutto de Musicopoli. Tar ed esposti, in attesa che qualcuno vada a Canossa

Il quartiere Chiesa Rossa, Missaglia, Gratosoglio rischia di perdere Musicopoli. E se la lite a colpi di ricorsi al Tar e annunci di esposti in Procura proseguirà, anche la raccolta fondi e i lavori per

musicopoliIl quartiere Chiesa Rossa, Missaglia, Gratosoglio rischia di perdere Musicopoli. E se la lite a colpi di ricorsi al Tar e annunci di esposti in Procura proseguirà, anche la raccolta fondi e i lavori per la riqualificazione del Ringhiera potrebbero saltare.

Sono questi i pericoli che si profilano all’orizzonte per il quartiere e i cittadini. Musicopoli ha infatti impugnato di fronte al tribunale amministrativo la lettera con cui nel febbraio scorso Riccardo Poretti, dirigente del Municipio 5, ha comunicato che il contratto per l’uso dei locali di via Boifava, in scadenza a ottobre prossimo, non sarebbe stato rinnovato.

Atti che hanno dato il via a una battaglia legale, che ha aperto scenari preoccupanti, soprattutto per i cittadini della zona, che assistono increduli a questo avvitamento, soprattutto alla luce del fatto che dei lavori al Ringhiera, gli stessi protagonisti di questa vicenda, per loro stessa ammissione, ne parlano da anni.

 

Vince Musicopoli

Se il Tar accoglierà il ricorso di Musicopoli, l’associazione potrà beneficiare – secondo quanto viene sostenuto nel ricorso – di un contratto di affitto per altri 5 anni più altri eventuali 5. Un successo per Musicopoli ma un problema per il Ringhiera. In pendenza del ricorso dal Tar e di eventuali ricorsi al Consiglio di Stato, con la conflittualità che tutto questo porta con sé, per Fondazione Cariplo diventerà indubbiamente più difficile raccogliere da mecenati e grandi aziende i circa 2,5 milioni di euro necessari per i lavori al Ringhiera. E se raccolti, partire con i lavori di rigenerazione dell’immobile, con le attività di Musicopoli in corso al piano terra. Anche il bando, che si fonda su un’idea di gestione dell’intero complesso, ne uscirebbe compromesso e probabilmente meno interessante per i possibili operatori.

 

Vince il Municipio 5

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Mahmood a suo tempo studente a Musicopoli.

Se invece il ricorso fosse respinto, Musicopoli a ottobre, in assenza di alternative, sarebbe costretta a lasciare il quartiere. In attesa di partecipare – se interessata – al bando per la gestione del Ringhiera, per il quale però, tra lavori e messa in gara, ci vorranno non meno di due anni. Un danno serio per il territorio, che perderebbe un soggetto che da 28 anni svolge una importante funzione culturale e sociale, insegnando a centinaia di bambini musica, danza, inglese, aiutando a fare i compiti, organizzando campus e vacanze, facendo corsi di arteterapia. Un protagonista del piccolo rinascimento musicale del nostro quartiere, che ha visto tra i suoi studenti anche Mahmood.

 

Mandare l’altro a Canossa

Quale che sia la sentenza del Tar, seguendo la via muscolare-giudiziaria, per il quartiere e i cittadini sarebbe una gravissima perdita. Ma ai protagonisti di questa storia sembra importare poco. Invece di cercare soluzioni in tempo per il prossimo ottobre, noncuranti degli effetti sul quartiere delle loro azioni, hanno ingaggiato una guerra, che in questi ultimi giorni si è ulteriormente inasprita.

Musicopoli, per cercare sostegno alla propria battaglia contro il Municipio 5, ha lanciato una campagna stampa con comunicati, video e una raccolta firme, che sta avendo successo sui social. Dal canto suo, Alessandro Bramati, presidente del Municipio 5, ritenutosi diffamato dalla campagna stampa di Musicopoli, ha annunciato un esposto. E ora i duellanti non si parlano più, fino a sentenza, nella puerile speranza di vedere l’”antagonista”, come un moderno Enrico IV, andare a Canossa, per essere umiliato dai giudici.

 

Sono solo 120 mq

Tutto questo a fronte di una soluzione che appare relativamente semplice. Scartata la inaccettabile proposta del Comune di spostare l’associazione a Quarto Oggiaro, sembra impossibile che in quartiere non ci siano 120 mq – ovvero la metratura attualmente occupata da Musicopoli in via Boifava – da destinare dall’ottobre prossimo alla musica e ai ragazzi. Negozi sfitti, Case delle Associazioni e Cam, scuole musicali, persino oratori e teatri, in condivisione o in via esclusiva, potrebbero mettere a disposizione degli spazi. Nel raggio di 500 metri da via Boifava ce ne sono molti di immobili con queste caratteristiche.

Basterebbe darsi da fare, piuttosto che far lavorare gli avvocati.

Per leggere del progetto di rigenerazione del Ringhiera, clicca qui.

Stefano Ferri
(Giugno 2016)

Giornalista dello scorso millennio, appassionato di politica, cronaca locale e libri, rincorre l’attualità nella titanica impresa di darle un senso e farla conoscere, convinto che senza informazione non c’è democrazia, consapevole che, comunque, il senso alla vita sta quasi tutto nella continua rincorsa. Nonostante questo è il direttore “responsabile”.

Recensioni
1 COMMENTO
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    andrea cerati 19 Giugno 2019

    Ciao a tutti, alcune precisazioni.

    1) Musicopoli è disponibile al dialogo sempre, lo era prima e lo è adesso.

    2) A un atto ufficiale del Municipio è normale, nel diritto amministrativo, rispondere con un ricorso al TAR visto che c’è in vigore una transazione in cui si dice che Musicopoli allo scadere del contratto (ottobre 2019) ha un rinnovo di altri 5 anni + eventuali altri 5.(chi lo desidera può chiederci il documento via mail a info@musicopoli.com)

    3) Non è una guerra e non ci sono né “vincitori” né “vinti”, chiediamo solo sia rispettato un contratto. Gli unici “vinti” purtroppo, sarebbero i cittadini della zona che perderebbero una realtà educativa e sociale presente dal 1992.

    4) Musicopoli non sta facendo una battaglia “contro il Municipio”, è il municipio e i suoi politici che dovrebbero fare gli interessi dei cittadini evitando che sia eliminata una realtà che funziona e che sta in piedi con le sue gambe da tanti anni. E’ il Municipio che dovrebbe tentare di evitare che un funzionario chiuda Musicopoli, noi ci stiamo solo legittimamente difendendo.

    5) Musicopoli è disponibile a uscire dallo stabile per il tempo necessario allo svolgimento dei lavori di adeguamento strutturale al palazzo (anche se la nostra sede è l’unica a norma e ristrutturata), però con la garanzia (sottoscitta dalle parti) che si possa rientrare, e non diventi invece la scusa (quella dei lavori) per eliminarci e dare i nostri spazi ad altri, visto che in quel enorme palazzo c’è posto per tutti.

    6) Non abbiamo nulla di personale contro il Presidente Bramati, speravamo solo nella sua sensibilità giacché non è un funzionario come il Direttore di Settore ma rappresenta tutti i cittadini del municipio.

    7) Sarebbe bello che quel palazzo tornasse ad essere gestito direttamente dal Comune Centrale come la casa delle associazioni di Via Duccio di Boninsegna, dove 17 realtà del Sociale che si occupano di ambiti diversi, lavorano e collaborano insieme.

    Come dice alla romanesca Milanosud, “quer pasticciaccio de Musicopoli” è facilmente risolvibile, basta volerlo.

    Chi desiderasse sottoscrivere l’appello al Sindaco clicchi qui: https://www.change.org/p/sindaco-di-milano-beppe-sala-non-chiudete-musicopoli-1b2eec52-0bc9-4b30-97ac-cebadfd3b8a7

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