Regione e test sierologici. Sala contesta Fontana e Gallera: «Possibile che un cittadino lombardo abbia un trattamento diverso dagli altri?»

Nell'odierno videomessaggio postato su Facebook,  Beppe Sala torna a contestare le scelte della Lombardia in materia sanitaria e in particolare sul rebus dei test seriologici, che secondo le delibere arrivate ieri dettano le linee guida per l’esecuzione al

Nell’odierno videomessaggio postato su Facebook,  Beppe Sala torna a contestare le scelte della Lombardia in materia sanitaria e in particolare sul rebus dei test seriologici, che secondo le delibere arrivate ieri dettano le linee guida per l’esecuzione al di fuori del Sistema sanitario regionale.  Questo prevede che l’eventuale datore di lavoro o il privato cittadino può fare privatamente il test sierologico (senza averne stabilito il prezzo) con l’obbligo di sottoporre i positivi anche al tampone (al prezzo consigliato di 62,89 euro).

Per questo motivo  Beppe Sala è intervenuto reclamando ad alta voce maggiore  chiarezza sulle reciproche responsabilità partendo da una premessa. «Le Regioni sono previste dalla Costituzione, però di fatto nascono nel 1970, ma è nel 2002 che il titolo quinto definisce con esattezza  i poteri locali. Alle regioni ne attribuisce tanti, tra cui il principale a mio avviso è relativo alla tutela della salute. Faccio questa premessa perché  voglio tornare a parlarvi dei test seriologici, e non a caso: in quanto ieri la regione Lombardia ha detto, attraverso il suo assessore al welfare, che c’è un’apertura affinché  i privati facciano il test sierologico dicendo però che se li devono pagare di tasca propria, 63 euro a test,  prendendosene la responsabilità. E’ un po’ bizzarro pensando alle parole dell‘assessore Gallera che pochi giorni fa diceva ‘invito tutti a non farli, li ritengo inutili’. Ma se lo fanno i privati possono essere utili. Chissà perché!»

Quindi Sala prosegue sulle tante bizzarrie sorte nell’ultimo periodo  «A proposito di bizzarrie ce n’é un’altra rispetto alle nostre norme, cioè  il Testo unico che precede il titolo 5 della Costituzione dice una cosa importante sul ruolo del sindaco, e dice testualmente che ‘il sindaco è responsabile della condizione di salute della popolazione del suo territorio’. E’ bizzarro, perché il sindaco lo è non avendo nessun potere. Ma rimane il fatto che oggi i miei cittadini mi chiedono di fare il test, ma vi dico di più, sono tanti i miei dipendenti del Comune che mi scrivono ‘io rientro la lavoro se, caro sindaco, mi fai  i test’. Capite il mio imbarazzo!»

Infine Sala  pone due domande al governatore Fontana e al ministro della salute Speranza. La prima: «Ci fate chiarezza rispetto a cosa esattamente pensate di questi test? E in più al ministro chiedo, ma come è pensabile che se un cittadino italiano è lombardo o veneto abbia un trattamento diverso rispetto ai test sierologici?». La seconda domanda è riguardo alle future aperture del 18 maggio: «Al presidente Fontana che dice  “riapriremo sulla base di dati epidemiologici”. Ebbene, quali sono questi dati?»

Ieri le delibere della Regione avevano suscitato le critiche dei consiglieri dell’opposizione. In particolare Gian Antonio Girelli,  capodelegazione del Pd in commissione Sanità: «La Lombardia parte in ritardo e non risolve il Far West che si è già creato. Molte aziende hanno riaperto il 4 maggio, eppure le regole sui test arrivano solo oggi. La Regione dà il via libera ai tamponi a pagamento, quando da tempo denunciamo che se ne fanno troppo pochi e ci è stato risposto che il problema è la carenza di reagenti. Evidentemente non è così!».

È questo il “modello Lombardia”?  Regole in ritardo; test seriologici e  tamponi a pagamento, mentre in Veneto, Toscana ed Emilia Romagna sono gratuiti; infine dati epidemiologici oscuri!

Le Regioni e i test sierologici

Le Regioni e i test sierologici

Pubblicato da Beppe Sala su Mercoledì 13 maggio 2020

Giornalista per caso… dal 1992, per una congenita passione per la fotografia. Dalle foto ai testi il passo è breve: da riviste di viaggio e sportive ai più quotati femminili e quotidiani nazionali sui temi del mondo del lavoro. Ho progettato e gestito newsletter di palestre e centri fitness. Ora faccio parte degli intrepidi inviati di Milanosud.

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