Roghi al Gratosoglio: in corso raccolta firme per bloccare l’escalation e far partire un esposto
Siamo ben lontani dall'ecocidio della Terra dei fuochi per il traffico illecito di rifiuti, tuttavia vi è un'area di campagna abbandonata che va dai confini sud del quartiere Gratosoglio, al ponte di ferro di via
Siamo ben lontani dall’ecocidio della Terra dei fuochi per il traffico illecito di rifiuti, tuttavia vi è un’area di campagna abbandonata che va dai confini sud del quartiere Gratosoglio, al ponte di ferro di via Rozzano fino alla via della Chiesa Rossa, dove da alcuni mesi si succedono roghi più o meno piccoli, più o meno grandi e sempre nel tardo pomeriggio. Qui vi sono piccole discariche abusive a cielo aperto dove quasi ogni giorno viene dato alle fiamme ogni genere di rifiuti: plastica, composti elettrici, lastre di amianto, auto, frigoriferi, motorini, bombole di gas (di recente ne è stata recuperata una proprio lì vicino, nel Lambro Meridionale, che ha fatto intervenire gli artificieri perché a prima vista sembrava una vecchia bomba inesplosa). È da qui che si alzano colonne di fumo nero dall’odore acre ben visibili dai piani alti dei caseggiati Aler e delle torri del Gratosoglio: difatti gli allarmi provengono da cittadini “sentinelle” che ormai tengono sottomano il numero di telefono dei Vigili del fuoco e li allertano immediatamente inviandogli le foto per indicare il luogo di provenienza; altri cittadini invece accorrono sul luogo per far da guida ai mezzi antincendio lungo le stradine non asfaltate tra campi e orti abusivi.
Succede da tempo ma a maggio vi è stata una sequenza impressionante, di cui gli episodi più importanti sono stati il 9, 21 e 26 maggio, sempre nel tardo pomeriggio. Ne hanno scritto il Corriere della Sera, nell’edizione verde della Giornata dell’Ambiente e giorni fa il Giorno.
Milanosud aveva pubblicato la sera stessa del penultimo incendio una serie di immagini del fotografo Nino Romeo accorso per primo sul luogo. Sta di fatto che «a maggio c’è stata una preoccupante escalation di incendi tale da diventare un vero e proprio problema ambientale» ci racconta Antonella Musella, referente della social street Quartiere Gratosoglio, Basmetto e dintorni, tra le più attive della zona a cui si rivolgono i residenti della zona per segnalare le problematiche. «Stiamo raccogliendo la documentazione e le firme tra i cittadini del Gratosoglio da allegare all’esposto che presenteremo in prefettura, questura, Comune e Municipio» ci spiega Musella «perché l’odore acre di questi roghi permane a lungo nella zona ed è indice di tossicità proveniente dal materiale bruciato». Materiale di provenienza furtiva, tra cui auto e motorini – dietro via Rozzano risiede da anni un campo autorizzato di nomadi – scarti di lavori in nero di artigiani e piccole ditte, mobili, vecchi elettrodomestici o residui di sgomberi di cantine abbandonati dai non pochi residenti abusivi delle vicine case Aler. Almeno questo si ipotizza dal momento che dietro l’esibizione di un documento di residenza si può richiedere gratuitamente l’intervento dell’Amsa. Succede lungo la via Rozzano, lungo la stradina che costeggia il Lambro Meridionale ma anche nell’area degli orti abusivi, dove tra baracche e macerie vivono non poche persone. È una vasta area abbandonata dai confini incerti e di incerti proprietari – Aler, Comune, privati – che dovrebbe poter essere recuperata a favore di tutta la cittadinanza per farne orti autorizzati o un parco pubblico.