Il Sessantotto, 50 anni dopo
Domenica 20, si è tenuta “un’iniziativa evocativa, una bella occasione di festa e riflessione”. Così l’ha definita Natale
In prima fila, da sinistra: Barbara Pollastrini, Lidia Campagnano, Antonio Pizzinato e Sandro Antoniazzi.
Domenica 20, si è tenuta “un’iniziativa evocativa, una bella occasione di festa e riflessione”. Così l’ha definita Natale Carapellese (consigliere Pd del Municipio5), che l’ha organizzata in collaborazione con alcune associazioni di questa zona.
Tema: il ’68.
Luogo: il Parco delle Cascine Chiesa Rossa, sotto il portico che ci ha protetto dai temporali.
È stato un intenso pomeriggio di interventi, letture, musica (con il gruppo Numantini e il loro repertorio di brani del ’68) per rievocare e analizzare il movimento di “quegli anni formidabili” e le sue ricadute sindacali, politiche, sociali, attraverso le testimonianze di alcuni grandi protagonisti dell’epoca. Su un punto in particolare i relatori si sono trovati d’accordo: il ’68 è arrivato come un fiume in piena, una forza propulsiva che ha travolto tutto e tutti, cogliendo partiti e sindacati impreparati.
A portare il saluto del Municipio 5, il presidente Alessandro Bramati.
Presenti all’incontro: Marco De Poli, direttore del giornale “La Zanzara” del Liceo Parini nel ’66, che è stato intervistato dal nostro direttore Stefano Ferri; Marco Boato (al tempo, leader di Lotta Continua), sociologo, giornalista, ricercatore universitario e più volte parlamentare, che ha parlato senza toni nostalgici né celebrativi del “Lungo ’68 in Italia e nel mondo” (è il titolo del suo recente libro).
A seguire, introdotti da Guglielmo Landi de La Conca: Aldo Marchetti, docente Unimi e autore di saggi; Lidia Campagnano giornalista (Manifesto/Pdup) e scrittrice; poi l’intervento appassionato di Barbara Pollastrini, deputata Pd, ex ministro, docente. E le importanti ricostruzioni dal mondo del lavoro di due grandi sindacalisti e politici come Antonio Pizzinato e Sandro Antoniazzi. Tra i partecipanti anche scrittori e giornalisti: Alberto Rollo, che ha presentato il suo libro “Un’educazione milanese”, e la collega Valentina Agostinis con “Swinging city”, un testo sulla Londra degli anni di grande fermento musicale e stilistico che hanno preceduto il ’68.
Un pomeriggio intenso, un osservatorio privilegiato in un’atmosfera un po’ sospesa tra il tentativo di ritrovare le energie di un tempo e la voglia di ricordare e soprattutto di “riconoscersi”.
Colpo andato a segno? Certamente sì, anche se molto ancora c’è da raccontare sul’68, che era fatto anche di gioia e liberazione, grandi entusiasmi e qualche delusione (o aspettative mancate). E, al di là “dell’Amarcord”, molto ancora c’è da analizzare delle responsabilità che quel movimento ha trascinato con sé negli anni bui che lo hanno seguito.
“Un tributo leggero e profondo”, per citare ancora Carapellese, che promette una seconda puntata: la ripresa è fissata per l’autunno. Stesso luogo. Altri protagonisti…
Giovanna Tettamanzi
(Maggio 2018)