“Sharing cities”. Così la periferia diventa smart
“Sharing cities” è il nome del progetto, inserito nel programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 della Comunità Europea, vinto da Milano e dalle città di Londra (capofila) e Lisbona, per trasformare una parte della
“Sharing cities” è il nome del progetto, inserito nel programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 della Comunità Europea, vinto da Milano e dalle città di Londra (capofila) e Lisbona, per trasformare una parte della loro area urbana in un distretto a basso consumo energetico. Per questa sfida Bruxelles ha messo a disposizione delle tre metropoli 25 milioni di euro, di cui 8,6 saranno destinati per l’area di Porta Romana/Ripamonti/Vettabbia, scelta da Palazzo Marino per diventare un modello di riferimento replicabile per tutta la città. Sarà una vera a propria rivoluzione del modo di vivere per questa fetta di città, posta a cavallo della Zone 5 e 4. Un’area già in grande trasformazione che si appresta a riqualificarsi ulteriormente dopo l’arrivo di Fondazione Prada, Symbiosis, centri di ricerca, aziende all’avanguardia, nuovi spazi di coworking e di progettazione digitale come D-Loft, il nuovo campus universitario della Bocconi e il futuro Smart Lab di via Ripamonti.
Se tutto andrà nel verso giusto, nel giro di 5 anni, quest’area diverrà un distretto smart a basso consumo di energia e inquinamento. Primo passo del progetto “Sharing cities” sarà un’azione di riqualificazione profonda su un gruppo di immobili pubblici e privati, attraverso interventi quali isolamento delle facciate, del solaio e sostituzione delle caldaie con impianti termici più efficienti, anche attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili. I residenti che decideranno di far parte del progetto con il loro condominio avranno la concreta possibilità di vivere in edifici più sani e con bassi consumi energetici e potranno usufruire di una serie di benefit che saranno loro stessi a delineare durante le numerose attività pubbliche previste già dal mese di marzo. Insieme agli interventi sugli edifici verranno realizzati una serie di servizi migliorare la qualità della vita dei residenti. Attraverso progetti di mobilità elettrica e condivisa.
Saranno messi a disposizione degli abitanti del distretto 60 veicoli di car sharing elettrico disponibili in strada più due auto per il car sharing condominiale, 150 bici elettriche per un totale di 14 nuove stazioni, 76 punti di ricarica di colonnine elettriche (20 a ricarica rapida), 125 stalli di parcheggio intelligenti e 10 veicoli elettrici condivisi destinati al trasporto merci. Sarà inoltre realizzata una infrastruttura tecnologica ITC legata al sistema di illuminazione pubblica, che potrà contare su 300 lampioni, con wi-fi dotati di sensori di vario tipo. Un processo verso un distretto innovativo che coinvolgerà attivamente i cittadini: i residenti avranno, infatti, un ruolo centrale nella co-progettazione dei servizi, diventando attori protagonisti di questo cambiamento. Per incentivare la partecipazione attiva sarà anche sviluppato un sistema premiante per incoraggiare comportamenti virtuosi. Per compiere un lavoro di progettazione che sia condiviso e realizzabile, i cittadini potranno fare riferimento al Comune di Milano e avranno a disposizione anche le competenze di Fondazione Politecnico di Milano, Amat, Atm, Politecnico di Milano, Poliedra, Cefriel, Teicos UE, Future Energy , Kiunsys, NHP, Legambiente, Ricerca sul Sistema Energetico, A2A, A2A Reti Elettriche, Selene e Siemens Spa. «La tecnologia sarà il fattore abilitante del progetto – ha commentato alla presentazione alla stampa il Prorettore del Politecnico di Milano Donatella Sciuto – capace di innovare processi, prodotti e servizi e di supportare cittadini e istituzioni nella co-progettazione di una città intelligente».
Stefano Ferri
Pronto il bando per i condomini
Uno degli aspetti più interessanti di “Sharing cities” è la riqualificazione energetica dei palazzi. Oltre ai 5mila mq di edifici pubblici, i cui lavori sono già stati avviati su due stabili del complesso di via San Bernardo, il progetto prevede interventi su 20mila mq di edifici privati, che potrà avviarsi solo se i proprietari aderiranno al progetto. «Abbiamo pubblicato un bando – spiega Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia, partner di ”Sharing cities” – chi aderisce non si vincola a fare l’intervento, ma accetta di collaborare al progetto, ricevendo una diagnosi energetica e un supporto tecnico gratuiti che, dopo un periodo di monitoraggio dei consumi del condominio, sarà la base per una proposta di intervento per conseguire i migliori risultati in termini di efficienza, con interventi sull’involucro edilizio e sull’impianto termico. A fornire queste consulenze e i sensori di misura dei consumi saranno le aziende partner di “Smart cities”. A quel punto il condominio deciderà se fare l’intervento e chiedere i preventivi, ai partner del progetto o ad altri fornitori di fiducia». I lavori per la riqualificazione energetica degli edifici sono a carico dei condomini, che potranno però usufruire degli incentivi statali per questo tipo di interventi., finanziamenti agevolati per circa il 10% del valore dei lavori e, soprattutto, avranno negli anni successivi un risparmio sui consumi tra il 50 e il 70% . I primi cinque condomìni che avvieranno i lavori usufruiranno di ulteriori benefit .
Per leggere il bando e ricevere informazioni: www.amat-mi.it
S. F.
(Marzo 2016)