Sono Giorgia e sono il prossimo presidente del Consiglio

Giorgia Meloni ha vinto le elezioni politiche 2022, prevalendo nettamente sul Centro sinistra guidato da Enrico Letta. A scrutini ormai ultimati il Centro destra supera il 43%, sia alla Camera che al Senato, contro un

Giorgia Meloni ha vinto le elezioni politiche 2022, prevalendo nettamente sul Centro sinistra guidato da Enrico Letta. A scrutini ormai ultimati il Centro destra supera il 43%, sia alla Camera che al Senato, contro un deludente 26% del Centro sinistra.

Nei prossimi giorni la leader del Centro destra riceverà il mandato dal presidente Sergio Mattarella e dovrà mostrare a tutti gli italiani di avere le capacità di governare il Paese, al di là di slogan, prese di posizioni ideologiche e affermazioni da comizi. Sicurezza, giustizia, scuola, famiglia, migranti e assetto dello Stato sono alcuni dei temi su cui in questi anni e in campagna elettorale il prossimo presidnete del Consiglio ha avuto posizioni diverse dal resto della coalizione di Centro destra o in contrasto con la Costituzione e la legislazione europea, che, giova ricordarlo, sui temi di competenza è preminente su quella nazionale.

Sul fronte delle urgenze della politica interna ci sono una crisi energetica ed economica da affrontare, una situazione di guerra porte dell’Europa alle da gestire e lo spettro del ritorno del Covid da tenere sotto controllo per non farsi trovare impreparati. In Europa, Meloni dovrà uscire dalle ambiguità, scegliendo dove collocarsi, se affianco di Polonia e Ungheria (nella foto i complimenti del premier ungherese Orban twittati poco fa), continuando a strizzare l’occhio a Marie Le Pen in Francia e a Vox in Spagna, o proseguire nel quadro del disegno europeo, pur nella legittima richiesta di cambiamento di rotta, non dimenticando che se è vero che l’Europa ha bisogno dell’Italia è altrettanto vero il contrario, se non altro per non perdere i fondi del Pnrr, combattere la crisi energetica e affrontare Covid.

Scelte e indirizzi di politica economica ed estera molto complicati, che dovranno in prima istanza fare i conti con l’attribuzione definitiva dei seggi in Parlamento. Stabiliti facilmente a chi andranno i seggi uninominali (al Senato: Cdx 46, Csx 5, M5s 5; alla Camera: Cdx 111, Csx 11, M5S 10) rimane da calcolare l’assegnazione dei seggi con il proporzionale, che interessano quasi due terzi degli eletti al Parlamento. Un conteggio complicato, fatto di resti e voto all’estero, che potrebbe comporre una maggioranza di Centro destra non così stabile, in particolare al Senato della Repubblica, dando così spazio politico alla voglia di rivincita nel Centro destra della Lega e ai distinguo di Forza Italia, in particolare su temi come il ruolo dello Stato in economia e sulla giustizia.

Di tutt’altra natura e molto più complicati i problemi del Centro sinistra e del Pd, principale partito. Sceso sotto il 20%, dopo essere stato nei sondaggi, per alcuni mesi, appaiato a Fratelli d’Italia, affronta la nuova legislatura praticamente acefalo, con un Enrico Letta segretario a tempo, in attesa di un congresso, convocato tra 6 mesi, che dovrà decidere quale strada prendere. Se rincorrere una sinistra sinistra come sempre evanescente, insieme a un M5s, ringalluzzito da una vittoria di Pirro, ottenuta risfoderando il peggio del populismo che ha visto nel suo leader, Giuseppe Conte, un abile camaleonte, adatto a tutte le situazioni. O provare a costruire un partito progressista, attento a dare a tutti pari opportunità, in particolare su lavoro, casa e sicurezza, senza demagogie e falsi populismi. 

Un’ultima nota sulla nostra regione, la Lombardia. A scrutinio quasi terminato prevale il Cdx con il 50,4% dei voti, superando di slancio il dato nazionale, con una grande affermazione di FdI, nettamente il primo partito con il 27,7%. Uno schieramento vincitore, ma che vede in forte calo la Lega (13,9%), che addiruttura dimezza i voti, mentre, pur perdendo molti voti con l‘8% tiene Forza Italia. Un successo che indurrà Meloni a guardare in modo diverso, se non a riconsiderare, la candidatura di Attilio Fontana alle prossime regionali.

Il Centro sinistra con il 27,1% dei voti conferma in Lombardia il dato nazionale (se si esclude Milano). La lista Csx, vede il Pd al 19,2%, Alleanza verdi e Sinistra al 3,8% e +Europa al 3,8%. Azione Italia Viva raggiungono il 10%, mentre i Cinque Stelle si fermano al 7,3%. Alle elezioni regionali della primavera prossima, se il Centro sinistra vuole avere qualche speranza di vittoria e rimontare 20 punti percentuali dovrà cambiare molte cose,  sin dalle fondamenta, rigenerando le politiche su cui puntare e i candidati da presentare.

Giornalista dello scorso millennio, appassionato di politica, cronaca locale e libri, rincorre l’attualità nella titanica impresa di darle un senso e farla conoscere, convinto che senza informazione non c’è democrazia, consapevole che, comunque, il senso alla vita sta quasi tutto nella continua rincorsa. Nonostante questo è il direttore “responsabile”.

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