Storia di Ion Cazacu, l’uomo bruciato vivo

“Non ho fatto altro che cercare di comportarmi così come mi ha sempre insegnato mio padre. Non arrendersi mai, non rimanere fermi ad assistere alle ingiustizie mentre pochi uomini spietati ci trattano da schiavi”: con

Recensione-dario-fo“Non ho fatto altro che cercare di comportarmi così come mi ha sempre insegnato mio padre. Non arrendersi mai, non rimanere fermi ad assistere alle ingiustizie mentre pochi uomini spietati ci trattano da schiavi”: con queste parole Florina Cazacu termina il racconto sulla tragica fine di suo padre. Le voci di Florina e Dario Fo si alternano tra le pagine di “Un uomo bruciato vivo” per raccontare una tragedia che sembra ambientata nel Medioevo e invece è, incredibilmente, una storia dei nostri tempi. Ion Cazacu, padre di Florina, viene in Italia in cerca di un lavoro dignitoso, una laurea in tasca, ma si accontenta di lavorare in un cantiere come piastrellista. I primi guadagni li manda alla sua famiglia rimasta in Romania. Poi non riceve più paga. Quando chiede quanto gli spetta, il suo datore di lavoro per tutta risposta gli versa addosso della benzina e gli dà fuoco. Ion muore dopo un mese di sofferenze.

L’orribile fatto è accaduto a Gallarate nel 2000. La notizia va su tutti i giornali, ma dopo qualche tempo cade nel dimenticatoio – ricorda Dario Fo – la storia così crudele colpì Franca (Rame, Ndr) che andò di persona dal questore di Milano a sollecitare il permesso di soggiorno per permettere ai familiari della vittima di seguire le fasi del processo. Florina, accanto a Dario Fo durante la presentazione del libro, ricorda a sua volta: “I processi sono stati penosi per la mia famiglia: mi sento in dovere, da figlia, di difendere questa storia. E oltre al dolore per la perdita di mio padre ho perso altri valori, la mia adolescenza e la fiducia nella giustizia”.

Il malvivente Cosimo Iannece che ha tolto la vita a un uomo, attraverso vari ricorsi e ribaltamenti della sentenza, ha avuto una condanna a trent’anni, ridotta di un terzo come prevede il rito abbreviato, e con la buona condotta sconterà solo sedici anni. Potere, denaro, ingiustizia e illegalità sembrano essere i nuovi valori. Che bell’esempio per le nuove generazioni! Gli autori sono impegnati a portare nelle scuole questa esperienza, convinti che lì si possa incidere e formare le coscienze rispettose degli altri, lontane da razzismi e classi sociali. Un libro che racconta non solo l’atroce fine di un uomo innocente e la tragedia della sua famiglia, ma pone anche l’attenzione sul lavoro sommerso, sullo sfruttamento di tanti immigrati di cui non si sa dell’esistenza, e proprio per questo, facili prede di malviventi che si arrogano il diritto di trattarli come schiavi. O, peggio, farli sparire quando chiedono legalità. Nella postfazione, a cura di Salvatore Cannavò, viene tracciato un quadro dell’attuale situazione su “vendita delle braccia, manovalanza, schiavi e caporalato”. Aggiunge Dario Fo, e noi con lui: “Di questa infamità vergognosa noi, spettatori spesso indifferenti, siamo del tutto colpevoli”.

Chissà come sarebbe contenta Franca Rame della pubblicazione di questo libro-denuncia, lei sempre così attenta e pronta a battersi contro le ingiustizie.

Lea Miniutti

Dario Fo, Florina Cazacu
Un uomo bruciato vivo. Storia di Ion Cazacu
Chiarelettere, pp. 98, 10 euro

(giugno 2015)

Elisa Paci, 24 anni, laureata in Comunicazione e Società (Scienze Politiche), blogger e fotografa, ha uno spirito internazionalista, che la porta a viaggare a Milano e nel mondo, in aiuto di chi non ce la fa, siano persone, interi popoli o piccole redazioni digitali. Per lei il reaggae è il massimo.

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