#Svegliatitalia, grande manifestazione a Milano a favore del ddl Cirinnà
Colori, musica e balli alla manifestazione #Svegliatitalia, che sabato 23 gennaio si è tenuta nel pomeriggio in piazza della Scala per far sentire la voce dei milanesi a favore del Ddl Cirinnà sulle unioni civili.
Colori, musica e balli alla manifestazione #Svegliatitalia, che sabato 23 gennaio si è tenuta nel pomeriggio in piazza della Scala per far sentire la voce dei milanesi a favore del Ddl Cirinnà sulle unioni civili. Una piazza gremita di donne e uomini. Non solo omosessuali, lesbiche e transessuali ma anche famiglie, coppie, ragazzi e ragazze eterosessuali che credono sia davvero arrivato il momento di dare una svolta a questo Paese e che hanno deciso di chiedere stessi diritti per i propri amici e conoscenti.
L’evento è stato organizzato dalle associazioni Lgbt nazionali in oltre 100 città italiane e non solo. Infatti al coro dell’intero stivale si sono aggiunte molte metropoli internazionali. La ragione? Chiedere il riconoscimento giuridico per le coppie formate da persone dello stesso sesso. Insomma, uguaglianza di tutte e tutti. Ottenere – anche se in maniera non del tutto identica – quello che per le famiglie eterosessuali è da sempre un dato acquisito.
La conta dei numeri è sempre il compito più arduo in questi casi. Dal palco hanno annunciato la presenza di circa 10mila persone, mentre l’Arcigay ne ha calcolate 15mila. Ma ciò che davvero rimane è il fatto che ieri Milano era riscaldata da un inusuale sole di fine gennaio e colorata da moltissime bandiere simboleggianti l’Amore (che non è mai un errore) e la Libertà di ogni persona.
Il momento principale della manifestazione si è vissuto alle 15.40, in concomitanza con la piazza di Roma, quando sveglie, orologi e cellulari sono squillati contemporaneamente per ricordare al nostro Parlamento che l’Italia è un paese tristemente in ritardo in tema di diritti civili. Sul palco della manifestazione è salito anche il sindaco, Giuliano Pisapia, che ha colto l’occasione per comunicare che nella giornata di ieri è stato dato il patrocinio per il Gay Pride 2016, proprio mentre Regione Lombardia si schierava palesemente dalla parte di coloro che sono a contro il Ddl e illuminando il Pirellone con la scritta “Family Day”. Iniziativa questa che ha alzato un gran polverone di polemiche su una scelta che vede – ancora una volta – la Giunta Maroni difendere solo una parte della società, escludendo una fetta importante della popolazione.
Per questo, Pisapia ha voluto ribadire come, nonostante ciò, Milano rimanga la città dei diritti grazie all’istituzione del registro delle unioni civili e alla trascrizione dei matrimonio tra coppie dello stesso sesso. Si è appellato alla Costituzione e ha riaffermato l’idea che non possono esistere cittadini di serie A e di serie B .Infine, ha sottolineato: «Il Paese non è con chi accende le luci per spegnere i diritti».
Una manifestazione non come tante altre. Una manifestazione ricca di commozione e speranza. Tra pochissimi giorni la parola passerà ai senatori e spetterà a loro decidere se concedere uguali diritti a tutti i cittadini oppure far cadere ogni cosa nell’oblio e riaffermare che ancora – per la legge italiana – che non tutti siamo uguali.
Oreste Sorace
(gennaio 2016)