Test seriologici: Da una parte la delibera che liberalizza test e tamponi. Dall’altra l’inchiesta della procura sul caso Lombardia- Diasorin

Ebbene, se da un lato prosegue l'inchiesta della procura di Milano sull’affidamento diretto (senza gara pubblica)  della Lombardia alla società Diasorin per l’utilizzo dei test sierologici, dall'altro la Regione approva due delibere (stranamente mancano i testi del

Ebbene, se da un lato prosegue l’inchiesta della procura di Milano sull’affidamento diretto (senza gara pubblica)  della Lombardia alla società Diasorin per l’utilizzo dei test sierologici, dall’altro la Regione approva due delibere (stranamente mancano i testi del decreto su Lombardia Notizie Online): la prima liberalizza i test sierologici nei laboratori privati, a cui le imprese e ogni singolo cittadino possono rivolgersi a proprie spese. L’altra stabilisce una tariffa di riferimento (quindi non obbligatoria) per l’acquisto dei tamponi pari a 62,89 euro.

Si potrebbe dire che finalmente anche i cittadini e le imprese lombarde avranno la possibilità di tornare al lavoro in sicurezza, come in Veneto, Emilia Romagna e in Toscana? Non è proprio così. Perché  fino a ieri l’assessore al Welfare Gallera diceva che i reagenti utilizzati per l’analisi dei tamponi sarebbero difficili da trovare per lo stesso sistema pubblico! Perché  la Regione diceva di non poter procedere con lo screening sierologico in quanto non poteva  sottoporre gli eventuali positivi al tampone a causa dell’assenza di reagenti! Come mai da oggi i privati potrebbero essere in grado di provvedere a questa esigenza, ovviamente senza gravare sulle priorità della sanità pubblica

Altro particolare. Secondo un ‘interpretazione del Sole 24 Ore, gli stessi laboratori privati dovranno preventivamente acquistare i tamponi per completare lo screening di chi risulta positivo ai test, e dovranno comunque assicurarne l’80% al sistema sanitario pubblico, tenendosi “solo” il 20%“.  Così oggi i test sierologici si possono fare al di fuori del Sistema sanitario regionale, ma a spese delle imprese e dei singoli cittadini. Ma, specifica l’assessore Gallera, “chi li propone deve occuparsi di tutto: acquisire i test sierologici, trovare il laboratorio che li processi, acquistare preventivamente un numero di tamponi pari al 10 per cento del personale che desidera sottoporre allo screening, spiegare al cittadino che il test è volontario, reperire i tamponi a cui sottoporre la persona qualora questa dovesse risultare positiva al test. L’esecuzione del tampone non dovrà gravare sulle priorità della sanità pubblica”.

Nel frattempo lEmilia-Romagna ha avviato un piano per testare i lavoratori più esposti e prevede tamponi gratuiti con ricetta del medico di base, prezzi di riferimento per i test e selezione dei test giudicati più attendibili. Chissà se a copiare il modello Veneto, “che non è stato solo il frutto della buona sorte, esplicita Massimo Cacciari,  ma il frutto delle indagini a tappeto sui contagiati Covid e di una medicina di base forte, a differenza della Lombardia”, anche la Lombardia ne sarebbe uscita meglio?

Un vero Far West anche sui test seriologici,  tuona Pietro Bussolati, Consigliere regionale in Lombardia «Il disastro di Gallera e Fontana sulla sanità lombarda e sulla ripartenza ha un nuovo capitolo: la delibera di ieri sera sui test sierologici. Si passa dal divieto assoluto – con tanto di ricatti ai sindaci e ai laboratori che provavano ad aprire alle sperimentazioni – al più completo Far West. Mentre in altre Regioni si avviano test sierologici di massa, piani di sanità pubblica basati sui test prima e sui tamponi – se necessari – poi, ecco che in Regione Lombardia si scarica la ripartenza sulle spalle delle imprese e dei cittadini. Inoltre con un mese di ritardo, non dà alcuna indicazione né di prezzo né di affidabilità, dopo essersi affidata a un unico test (ndr: Diasorin) e  senza avere dati epidemiologici affidabili».

Intanto va avanti l’inchiesta conoscitiva aperta dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dal pm Stefano Civardi della procura di Milano sulla commessa di 2 milioni di euro affidata dalla sanità lombarda senza gara d’appalto alla società Diasorin per l’utilizzo dei test sierologici, dopo l’esposto della concorrente Techno Genetics per mancato rispetto del principio di concorrenza. “La Diasorin dopo aver avviato la ricerca col Policlinico San Matteo di Pavia, ha elaborato i test  Elisa e Clia, (prelievo di sangue e analisi in laboratorio) e li ha venduti l’11 aprile 2020 alla Sanità lombarda prima ancora di avere la certificazione (arrivata solo il 17 aprile)”.  

Qui il balzo in Borsa della Diasorin, società multinazionale italiana, oggi alle 17.40.

A completare il quadro di tante inefficienze e irresponsabilità, la Regione non smentisce che si stia per chiudere l’ospedale della Fiera di Milano appena costruito e costato  23 milioni e che finora ha ospitato forse una decina di pazienti Covid! Semplicemente ammette che “non hanno ancora deciso”!

Alle domande poste da Sala oggi, di cui abbiamo già riferito, Gallera non si perita di rispondere “con la modestia e competenza”  tipiche di un Zaia (Cacciari), ma aggredisce con goffa ironia puntando il dito a mo’ didascalico e sorrisetto perfido: «La posizione di Regione Lombardia, risponde a Sala,  si è concretizzata con una delibera, ieri, che recepisce le indicazioni della Scienza (ndr: col dito puntato!), sia degli organismi europei che dell’ISS che del Ministero della Sanità ed è prevista e definita in maniera precisa e puntuale in diverse circolari del Ministero».

Nel frattempo decine e decine di cittadini e famiglie intere sono sequestrati in casa da più di due mesi per la quarantena, mai sottoposti a tampone né  a esami sierologici, abbandonati a sé stessi  senza indicazioni e senza supporto. Scrive un altro lettore sul social di Gallera: «Lei è l’assessore al Welfare, cioè allo Stato Sociale, quella bellissima istituzione secondo la quale, pagando le imposte in modo progressivo, tutti possono beneficiare, allo stesso modo, dei servizi offerti alla comunità. Non le sembra, con questa iniziativa dei test a pagamento, di venire meno alla promessa insita nella parola Welfare? La ringrazio molto se vorrà dare una risposta a tutti i cittadini/contribuenti».

Giornalista per caso… dal 1992, per una congenita passione per la fotografia. Dalle foto ai testi il passo è breve: da riviste di viaggio e sportive ai più quotati femminili e quotidiani nazionali sui temi del mondo del lavoro. Ho progettato e gestito newsletter di palestre e centri fitness. Ora faccio parte degli intrepidi inviati di Milanosud.

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